Lo rivela un sondaggio di Ebookers.ch. Soltanto lo scorso anno nel traffico viaggiatori sono stati scoperti 30'000 casi
ZURIGO - Un paio di jeans, uno smartphone o semplicemente qualche souvenir un po' più costoso. Quando siamo in vacanza, a molti di noi piace fare anche un po’ di shopping. Ma poi al nostro rientro dichiariamo la merce in dogana? Spesso e volentieri no, come rivela un sondaggio di Ebookers.ch.
All’arrivo in aeroporto, tre quarti degli svizzeri imboccano infatti quasi sempre la corsia “Nulla da dichiarare”. E questo nonostante il valore della merce acquistata all’estero superi la franchigia di trecento franchi. Come si evince dal sondaggio, nella maggior parte dei casi si tratta di bevande alcoliche. Ma anche di abbigliamento, apparecchi elettronici, gioielli e orologi.
Chi viene colto in flagrante, rischia una sanzione. «Oltre all’avvio di un procedimento e una multa, vanno anche pagati i dazi» ricorda Michael Steiner, portavoce dell’Amministrazione federale delle dogane. Ma gli svizzeri non sembrano temere i controlli: l’80% degli interpellati afferma infatti di non cercare nemmeno degli escamotage per non dare nell’occhio.
Soprattutto gli over 50 sono comunque convinti di poter superare i controlli doganali con alcuni semplici accorgimenti. Il 5% ritiene per esempio utile indossare gli abiti acquistati per far credere alle guardie di confine che non si tratti di merce nuova. Oppure c’è chi percorre lentamente la corsia “Nulla da dichiarare”, con la convinzione di non attirare l’attenzione del personale doganale.
Soltanto lo scorso anno nel traffico viaggiatori sono stati scoperti 30’000 casi in cui la merce non era stata dichiarata.