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ZURIGO«In ogni angolo della Svizzera ci sono dei sopravvissuti alla Shoah»

27.01.20 - 07:05
Si celebra oggi il 75° anniversario della liberazione di Auschwitz. La responsabile della fondazione elvetica Gamaraal: «Siamo in una fase critica»
Gamaraal Foundation
«Non c’è niente di più impressionante che poter ascoltare un sopravvissuto»
«Non c’è niente di più impressionante che poter ascoltare un sopravvissuto»
«In ogni angolo della Svizzera ci sono dei sopravvissuti alla Shoah»
Si celebra oggi il 75° anniversario della liberazione di Auschwitz. La responsabile della fondazione elvetica Gamaraal: «Siamo in una fase critica»

ZURIGO - A 75 anni esatti dalla liberazione del lager nazista di Auschwitz, si celebra oggi un Giorno della Memoria speciale, segnato, già la settimana scorsa, da celebrazioni particolarmente solenni in Israele.

In occasione di questa ricorrenza che ricorda gli oltre sei milioni di vittime dell'Olocausto (per la maggior parte ebrei ma anche rom, sinti, disabili, omosessuali e testimoni di Geova), abbiamo intervistato Anita Winter, presidente della fondazione per la conservazione della memoria e il sostegno dei sopravvissuti allo sterminio nazista Gamaraal, con sede a Zurigo.   

Signora Winter, perché questo 75° anniversario della liberazione di Auschwitz è così importante?
«È una ricorrenza speciale perché il mondo è consapevole che si tratta di uno degli ultimi momenti della storia in cui anche i sopravvissuti sono presenti alle celebrazioni. È una fase molto sensibile perché non potremo mai sostituire chi ha visto con i propri occhi quanto successo. La mia generazione e quelle successive dovranno trovare il loro modo di raccontare e hanno la responsabilità di continuare a trasmettere questa memoria affinché quanto successo non si ripeta».

Il 19 gennaio scorso la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha ricevuto a Berna i sopravvissuti dell'Olocausto provenienti da tutte le parti della Svizzera (alcuni non hanno potuto partecipare all'incontro per motivi di salute o legati all'età). Che cosa ha significato per loro questo incontro?
«Per i sopravvissuti è stato un riconoscimento e un attestato di rispetto grandissimo. Hanno detto di essersi sentiti incredibilmente toccati».    

Come vivono il loro ruolo di testimoni i sopravvissuti?
«Per loro è estremamente importante testimoniare. Mi dicono spesso che parlano per i sei milioni di persone che non possono più parlare perché non ci sono più. Lo sentono come un obbligo e una responsabilità. Sono molto riconoscente con i sopravvissuti per il fatto che condividano con noi le loro storie».

È impegnativo per loro?
«Sì. Molti di loro mi raccontano quanto sia impegnativo raccontare le loro storie di vita nelle scuole e nelle università. Per loro è come rivivere tutto. Inoltre, è difficile trasmettere delle esperienze che si possono tradurre in parole solo a fatica. Tuttavia, lo sentono come un obbligo perché è importante che le generazioni successive sappiano riconoscere l’inizio di un’epoca senza diritti umani e sappiano cosa voglia dire viverci. Deve essere un monito sulle gravi conseguenze che il razzismo e l’antisemitismo possono avere».          

Quanti sopravvissuti all’Olocausto vivono tuttora in Svizzera?
«Ci sono ancora sopravvissuti in tutte le parti della Svizzera. Stimiamo che siano tra le 400 e le 600 persone e alcuni di loro vivono anche in Ticino». 

Per questioni anagrafiche, purtroppo, i sopravvissuti saranno sempre meno nei prossimi anni. Quanto sono impegnati i loro figli e i loro nipoti in questo compito di trasmissione della memoria? 
«Varia da persona a persona, ma, come dico spesso, finché la prima generazione è ancora tra noi non c’è niente di più impressionante che poter ascoltare un sopravvissuto. Noi della seconda generazione, non potremo mai sostituirli perché hanno vissuto e visto tutto con i propri occhi». 

Con la Fondazione Gamaaral organizzate anche molti incontri nelle scuole. Quando incontra i più giovani, si sente più ottimista o più pessimista rispetto alla loro capacità e al loro interesse di conservare la memoria dell’Olocausto? 
«Sono davvero molto ottimista perché rimangono così toccati quando ascoltano i sopravvissuti. Abbiamo fatto molti incontri molto affollati nelle scuole e abbiamo avuto molti visitatori alla nostra mostra ed è interessante vedere in particolare come molti giovani con passato migratorio reagiscano in modo molto particolare. Restano molto colpiti dalla resilienza dei sopravvissuti, che hanno vissuto le cose peggiori, ma, più tardi nella loro vita, sono riusciti a ritrovare la felicità».      

Che cos’altro li colpisce?
«Un’altra cosa che colpisce i giovani è scoprire che i sopravvissuti avevano la loro età quando hanno vissuto quello che hanno vissuto e che i loro genitori avevano l’età che hanno adesso i loro stessi genitori. È il caso del Signor Fishel Rabinowicz di Locarno, per esempio, che ha condiviso la sua storia con noi (qui il suo racconto). Aveva circa 15 anni quando è stato deportato mentre i suoi fratelli e sorelle avevano fra i 3 e i 16 anni quando sono morti ad Auschwitz. La madre è deceduta a 42 anni sempre ad Auschwitz e il padre è stato ucciso a Flossenbürg a 46».

E qual è la sua storia personale? Che cosa la spinge a impegnarsi nella conservazione della memoria della Shoah?
«I miei genitori sono entrambi nati in Germania prima della Seconda guerra mondiale. Mio padre, Walter Strauss, nel 1922 a Heilbronn e mia madre, Margit Fern, nel 1934 a Norimberga. Fin da piccola mi hanno insegnato che non bisogna mai dimenticare. Mi hanno fatto capire quanto fosse importante che quanto successo non si ripetesse e che era necessario iniziare a combattere già dalle prime avvisaglie di certi cambiamenti, non quando ormai è troppo tardi. I miei genitori hanno avuto la fortuna di poter iniziare una nuova vita in Svizzera e siamo molto riconoscenti a questo Paese. Io non ci sarei se non fosse per la Svizzera. (“Dem Tod entronnen”, “Sfuggiti alla morte”, scritto dal figlio della Signora Winter, Gadi Winter, racconta la storia di Walter Strauss e Margit Fern. La prefazione è dell’ex consigliera federale Ruth Dreifuss, ndr)». 

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COMMENTI
 

lo spiaggiato 4 anni fa su tio
E dagli con gli eterni angariati...

pillola rossa 4 anni fa su tio
Chi l’ha veramente voluto la Shoah? Chi l’ha pianificata? Da quando l’ha pianificata? Di chi sono stati vittima, questi ebrei? Quelli che sono stati uccisi erano davvero tutti ebrei o, come come li chiamavano i tedeschi, erano dei giudei? (il che non significa essere necessariamente ebrei, ma essere una parte che poteva essere “sacrificata”, in quanto ritenuta non “pura” dal punto di vista del sangue)

Bacaude 4 anni fa su tio
Tolto che il numero di morti è presumibilmente attorno ai 3 Mio (ragazzi cerchiamo di essere precisi e non fare a gara a chi le spara più grosse), il fenome è completamente diverso. Non esiste nemmeno un memorial day dedicato a tutti gli schiavi deportati neglle colonie e il loro numero è impressionante. Non esiste nemmeno un memorial day dei nativi amerciani o degli aborigeni massacrati. Questo però non ci deve far criticare qualcosa di buono che c'è, esiste e ci permette di ricordare.

Bacaude 4 anni fa su tio
Risposta a Bacaude
X MIBA sotto

marco17 4 anni fa su tio
E in ogni angolo di Svizzera ci sono tristi personaggi che negano o tentano di relativizzare quanto successo (del genere ma allora i morti di Stalin…).

miba 4 anni fa su tio
Risposta a marco17
Il tuo post presumibilmente era diretto al sottoscritto. Ma figurati! Non nego né tanto meno relativizzo (ci mancherebbe!) ma se vogliano essere chiari e precisi allora vogliamo parlare anche della strumentalizzazione che si fa di questa triste pagina della storia? Vogliamo parlare delle famose parole di Golda Meir? Vogliamo parlare del perché è stato messo il veto/divieto di intraprendere studi/ricerche sull'olocausto? Vogliamo parlare del contesto delle comunità ebraiche prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale? O magari vogliamo parlare anche del sionismo? O forse della banca del Terzo Erich, alias la Svizzera, che fondeva l'oro rubato ai prigionieri dei campi di concentramento nazisti?

miba 4 anni fa su tio
Quando ricorre l'anniversario dei 20 milioni morti nei gulag/campi di concentramento in Russia sotto Stalin?

Libero pensatore 4 anni fa su tio
Risposta a miba
Probabilmente non esiste perché non esiste una data di liberazione. Sono due fenomeni diversi. Gravi entrambi, ma diversi. Il nazismo inoltre prevedeva l’olocausto, nel senso che l’ideologia prevedeva che gli ebrei venissero tutti uccisi. Il comunismo a livello ideologico non prevedeva uccisioni di massa. È stato il regime che ha fatto vittime, è una cosa diversa ancorché gravissima.

Mattiatr 4 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
Il nazional SOCIALISMO (per far vedere che di destra o estrema destra forse non hanno molto) prevedeva una Germania unita senza ''impurità''. Era più pendente verso l'espulsione. Poi diverse dinamiche alla testa del partito hanno creato la storia che conosciamo. Elementi tipo Heinrich Himmler, personaggio ben più spaventoso di Hitler, che a scuola nemmeno ho mai visto.

Libero pensatore 4 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Non hanno molto di destra? Vabbè allora possiamo dire tutto qua dentro eh ?

Mattiatr 4 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
''Il nazismo era profondamente avverso al libero mercato'', Wikipedia. Questa è una tipica affermazione dedicata al socialismo, che se non sbaglio non è proprio di destra. Ma se il puro termine non basta proviamo a guardare cosa ha fatto il partito alla Germania. Per esempio l'ostruzionismo alle aziende perivate, la statalizzazione di fabbriche di produzione meccanica, forti limitazioni del mercato tramite fortissimi interventi statali che hanno forzato un'economia che cresceva troppo. Malgrado la crescita elevata, la spesa pubblica era maggiore. Béh nella considerazione che economicamente parlando la destra è liberale (gli estremisti di destra dovrebbero essere sostenitori del ''faccio quello che voglio del mio lavoro''), quindi il nazismo è considerato di destra solo perché nazionalista, de facto però il nazismo ha più caratteristiche di sinistra che di destra. Diciamo che è un partito che non è facile da allocare, visto che ideologicamente non erano monarchici o conservatori (visto che prima della guerra c'era pienamente libertà di movimento e mercato fra nazioni). In pratica ragionando non ci vedo nulla di destra.

Libero pensatore 4 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Di destra c’è la parte conservatrice e nazionalista, che è quella che ha generato l’olocausto. La politica economica promossa era fondamentalmente di sinistra (più stato, meno mercato). I danni li ha fatti la parte nazionalista, ed è questa la parte che non si deve dimenticare.

Mattiatr 4 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
Il problema è proprio questo, l'unica cosa realmente di destra è un possibile ''monarchismo'' dovuto al fatto che il ''presidente'' era considerato un re. De facto il nazionalismo non è di destra, pure la Russia comunista era nazionalista, i rivoluzionari francesi (dove il concetto di destra e sinistra è nato) si sedettero in estrema sinistra, loro hanno fatto un colpo di stato in nome della loro nazione e del loro popolo. Diciamo quindi che de facto continuo a non vedere alcun nesso fra l'estrema destra e il nazismo. Perché se così fosse pure il comunismo dovrebbe essere considerato di destra. Io ti dirò, mi considero un nazionalista liberale, quindi mi riconosco nella destra, ad oggi ancora prima di esprimere opinione alcuna vengo trattato come il peggiore dei razzisti, diciamo che sono abbastanza stufo, una legge contro la discriminazione delle persone che la pensano diversamente non c'è?

Libero pensatore 4 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Questo succede perché spesso viene fatta l’equazione destra = razzismo, cosa fondamentalmente non vera. Per la legge non saprei, non solo avvocato ma presumo che la discriminazione sia punibile...

Mattiatr 4 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
Dipende quali, quelle razziali sono punibili, su quelle relativamente l'orientamento sessuale voteremo a breve. In ogni caso il mio voleva essere un momento di riflessione. Settimana scorsa i giovani UDC si sono espressi contro la legge perché secondo loro nella costituzione non ci dovrebbe essere razza, orientamento gusti o altre cose, ma dinnanzi alla legge dovremmo essere tutti uguali, tutti individui. Sono stati trattati come dei razzisti perché di destra. La mia era una battuta, ma rimane il fatto che si percepisce quasi una limitazione della libertà di espressione.
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