Cerca e trova immobili
La campagna shock della Polizia contro i video vietati sugli smartphone

ZURIGOLa campagna shock della Polizia contro i video vietati sugli smartphone

19.11.19 - 19:00
Sono tantissimi i giovani svizzeri che hanno clip di violenza o porno estremo sui loro smartphone, le autorità: «È illegale, cancellateli»
Protezione svizzera della criminalità
La campagna shock della Polizia contro i video vietati sugli smartphone
Sono tantissimi i giovani svizzeri che hanno clip di violenza o porno estremo sui loro smartphone, le autorità: «È illegale, cancellateli»

ZURIGO - L'allarme è scattato in seguito a una rissa fra due bande di giovani avvenuta a Winterthur (ZH) lo scorso luglio, gli investigatori avevano trovato sui cellulari sequestrati ai ragazzi diversi video violenti estremi, tra i quali anche quelli di una decapitazione.

Non è un caso isolato né tantomeno raro, conferma un recente rapporto della Procura di Zurigo che lamenta un aumento di possesso di video e immagini violente così come porno estremi e illegali (soprattutto di sesso con animali) sui telefoni di ragazzi minorenni. Molti, infatti, non sanno che si tratta di materiale illegale e il possesso e condivisione è punibile per legge.

«Si diffondono rapidamente fra i ragazzi proprio perché non sanno che è una cosa che non si può fare», conferma il portavoce della polizia cittadina di Winterthur, «per loro non è altro che un brivido o una risata ma in realtà è un comportamento penalmente perseguibile».

Per questo le autorità zurighesi, in collaborazione con la Prevenzione svizzera della criminalità (Psc), ha realizzato dei video-shock per sensibilizzare sull'argomento: «È stata una sfida per noi, riuscire a rimanere abbastanza espliciti da colpire e far arrivare il messaggio senza però mostrare nulla», conferma Feubli. Per questo sono stati registrati anche i domini www.porno-con-animali.ch e www.video-violenti.ch.

Feubli ha anche un consiglio per chi, quei filmati, sullo smartphone ce li ha: «Cancellateli e non condivideteli con nessuno, poi contattate i vostri genitori, gli insegnanti e la polizia».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE