Circa 700 persone hanno partecipato oggi a una manifestazione organizzata in Piazza federale da Migrant Solidarity Network. Critiche anche ai centri svizzeri che vengono definiti «delle prigioni»
BERNA - Circa 700 persone - 2 mila secondo gli organizzatori - si sono radunate oggi a Berna sulla Piazza federale per denunciare le pessime condizioni dei campi per migranti in Libia e in Grecia. Critiche sono state formulate anche ai campi federali e cantonali in Svizzera.
Alla manifestazione, organizzata dal Migrant Solidarity Network - associazione con sede a Berna - hanno partecipato simpatizzanti nonché migranti e rifugiati provenienti da vari Cantoni, Ticino compreso.
Per quanto riguarda la Libia, nei campi che accolgono migranti e rifugiati si pratica la tortura, omicidio compreso, secondo una nota odierna dell'organizzazione. I centri di raccolta in Grecia, i cosiddetti Hotspot, sono invece sovraffollati, per non parlare delle difficili condizioni di vita nei centri di transito in Marocco o Turchia.
I campi federali assomigliano invece a della prigioni: le persone ivi confluite sono isolate dal resto della popolazione, senza intimità e sottoposte a sorveglianza continua. L'associazione denuncia in particolare le condizioni delle donne. I campi sono infatti concepiti soprattutto per le esigenze degli uomini.
Nella sua lista di rivendicazioni, il Migrant Solidarity Network chiede che i campi vengano organizzati al fine di preservare la dignità delle persone; quest'ultime dovrebbero godere della libertà di recarsi dove vogliono e di stabilirsi nei luoghi da loro scelti, avendo accesso all'alloggio, al lavoro, all'educazione e alla sanità.