Alla redazione del rapporto nazionale sul tema ha contribuito in qualità di esperto sulla sicurezza delle terapie farmacologiche anche il ticinese Professor Alessandro Ceschi
BERNA - La qualità dell'assistenza medica in Svizzera deve migliorare. È quanto emerge da un rapporto nazionale sul tema pubblicato oggi, che critica soprattutto la mancanza di trasparenza e le poche informazioni disponibili per poter apportare miglioramenti.
Danni per il 10% - La Svizzera dispone di un sistema sanitario buono, ma costoso. Ciononostante si stima che il 10% circa dei pazienti sottoposti a un trattamento medico subisca danni, metà dei quali evitabili. Bisogna intervenire innanzitutto nei settori della terapia farmacologica e delle infezioni correlate all'assistenza, sottolinea l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) in una nota.
Anche un ticinese - Lo studio, commissionato proprio dall'USFP, offre per la prima volta un'analisi dettagliata della situazione delle cure e della presa a carico dei pazienti. È stato stilato sotto la direzione del professor Charles Vincent, dell'Università di Oxford, e di Anthony Staines, incaricato della qualità della Federazione degli ospedali vodesi. Alla redazione del documento ha contribuito in qualità di esperto - in particolare sulla sicurezza delle terapie farmacologiche - anche un ticinese, il Professor Alessandro Ceschi, direttore medico e scientifico dell’Istituto di Scienze Farmacologiche dell’EOC.
Mancano gli indicatori - I progressi nella qualità dei trattamenti sono ostacolati soprattutto dalla mancanza di informazioni utilizzabili e accessibili, sottolineano gli esperti, che rilevano come l'organizzazione federalistica del sistema sanitario renda tutto più difficile. A loro avviso lo sviluppo di indicatori di qualità e di sicurezza validi su scala nazionale potrebbe permettere di rimediare alle lacune più evidenti.
Competenze, cultura e qualità - Il documento contiene un catalogo di raccomandazioni destinate a tutti gli attori. Sono richiesti in particolare un miglioramento della formazione del personale sanitario, la promozione della cultura della qualità nelle istituzioni e l'elaborazione di ulteriori programmi nazionali di qualità. Consiglia inoltre di rafforzare il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari. Le loro esperienze e le loro opinioni sono troppo poco considerate, rilevano gli autori.
Verso il progresso - Nella sua nota, l'UFSP ricorda che la revisione della LAMal adottata dal Parlamento nel giugno 2019 fornisce alla Confederazione le basi legali e i mezzi finanziari per rafforzare la qualità e la sicurezza dei pazienti. Dal 2021 assicuratori e fornitori di prestazioni saranno obbligati a concludere accordi sulla qualità validi per tutta la Svizzera, che stabiliranno misure di miglioramento vincolanti e controlli regolari. Una Commissione federale per la qualità allestirà inoltre programmi e indicatori nazionali. Fornirà pure consulenza al Consiglio federale, che a sua volta fisserà il quadro strategico con gli obiettivi quadriennali.