Due persone avevano pensato di detrarre dalla fattura del canone l'IVA versata di troppo. Ma la loro idea è stata bocciata (anche) dal TAF
SAN GALLO - Compensare di propria iniziativa l'IVA indebitamente pagata in passato sul canone radiotelevisivo sottraendo l'importo in questione direttamente dalla fattura della Billag non è una buona idea: se ne sono accorti due privati, che hanno fatto naufragio davanti al Tribunale amministrativo federale (TAF).
Come noto l'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM), per il tramite dell'allora società di incasso Billag, aveva sbagliato nel sottoporre a IVA il canone fra il 2010 e il 2015: il Tribunale federale (TF) aveva anche stabilito che la tassa va restituita. La politica - Consiglio federale e parlamento - si sono messi in moto per farlo.
Ma perché aspettare, quando si può semplicemente compensare i crediti reciproci? È quanto hanno pensato almeno due persone, stando alle sentenze del TAF pubblicate oggi: costoro hanno detratto "motu proprio" l'IVA versata di troppo da quanto erano tenuti a pagare alla Billag.
La società di riscossione ha però insistito nella sua richiesta e ha avviato un procedimento di esecuzione del credito. Gli interessati si sono opposti, ma invano: i giudici di San Gallo hanno stabilito che la loro compensazione non è ammissibile ai sensi del Codice delle obbligazioni. Ad entrambi i ricorrenti sono stati accollati anche 500 franchi di spese processuali. I giudizi non sono però ancora definitivi: è aperta la via del ricorso al TF.