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SVIZZERAI dazi Usa non fanno paura ai formaggi svizzeri

04.10.19 - 06:05
Perché a differenza dei loro “colleghi” europei, non ne sono soggetti. Secondo i produttori è «un'occasione da sfruttare»
Keystone
I dazi Usa non fanno paura ai formaggi svizzeri
Perché a differenza dei loro “colleghi” europei, non ne sono soggetti. Secondo i produttori è «un'occasione da sfruttare»

BERNA - Una serie di tariffe su beni alimentari importati dall'Ue per 7,5 miliardi di dollari, quelle annunciate dagli Stati Uniti che saranno – probabilmente – l'inizio di una battaglia commerciale fatta a suon di tasse. Fra alimenti e bevande interessate (per saperne di più guardate il box a lato) dal balzello (pari al 25% del valore) ci sono anche due formaggi che conosciamo bene: l'Emmentaler e il Gruyère. Ma c'è un ma.

Poiché la Svizzera non fa parte dell'Ue i suddetti prodotti Dop potrebbero essere esportati negli States senza dazi alla faccia di quelli europei. Una notizia, questa, che non può che far piacere ai produttori elvetici: «Qualsiasi riduzione della differenza di prezzo fra i nostri prodotti e quelli dell'Ue può essere un'opportunità da sfruttare», commenta Christa Wettstein di Switzerland Cheese Marketing.

«È semplice matematica: se il tuo prodotto è facilitato in dogana rispetto a quello di un concorrente estero hai un chiaro vantaggio», commenta David Dorn dell'Università di Zurigo. Resta comunque da vedere quanta possa essere questa nuova quota di mercato negli Stati Uniti. Attualmente i prodotti caseari svizzeri si trovano perlopiù nei negozi di specialità gastronomiche.

Conquistare i supermercati? Pare un'impresa ardua considerando che l'obiettivo delle misure volute dalla Casa Bianca è quello di rilanciare i prodotti nazionali. Un paio di numeri per farsi un'idea un po' più chiara: circa il 20% dell'Emmentaler importato dagli Stati Uniti viene dalla Svizzera, il giro d'affari del “cacio con i buchi” è comunque solo il 2% del mercato globale Usa del formaggio. 

Il parmigiano sì, ma il prosecco no

Sono mirati e pensati per far fuori la concorrenza i dazi americani che vanno a colpire alimenti e bevande che competono direttamente con altri autoctoni e interessano in maniera importante perlopiù Francia, Germania e Regno Unito.

Qualche esempio: +25% ai pasta dura tipo parmigiano, pecorino, sbrinz (forse per rilanciare l'americano parmesan), quelli morbidi solitamente venduti a fette (tipo gouda e cheddar) e i formaggi “bleu” (stilton e gorgonzola ma salvo il roquefort).

“Illesa” invece la mozzarella di bufala. Maggiorati pure lo scotch e il whiskey irlandese. Toccati i vini di Francia, Germania e Spagna ma non quelli italiani. Anche per l'olio d'oliva la differenza la fa... la provenienza: dazi su quello spagnolo ma non su quello dello Stivale. Per quanto riguarda i non alimentari, interessati l'abbigliamento, gli utensili e i prodotti elettromeccanici.

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