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SVIZZERA«Non voglio tornare all'inferno»

15.09.19 - 08:12
Il giovane iraniano Farshad Ghane è fuggito in Svizzera dopo la persecuzione subita in Patria per essersi convertito al cristianesimo. Ora dovrà tornarci. Ma migliaia di persone vogliono impedirlo
20 Minuten
«Non voglio tornare all'inferno»
Il giovane iraniano Farshad Ghane è fuggito in Svizzera dopo la persecuzione subita in Patria per essersi convertito al cristianesimo. Ora dovrà tornarci. Ma migliaia di persone vogliono impedirlo

FRIBORGO- Oltre 10'000 persone hanno firmato la petizione online per far restare Farshad Ghane in Svizzera. Il giovane, fuggito quattro anni fa dall'Iran dopo essere stato perseguitato per essersi convertito al cristianesimo, dovrà infatti lasciare il nostro Paese. E far ritorno al suo. Per i suoi amici la decisione di negare il permesso d'asilo al 22enne - giunta a fine agosto - è incomprensibile. «Questa decisione - scrivono nel testo della petizione online - è semplicemente indegna per uno stato costituzionale». In Svizzera Farshad si era integrato bene: aveva rapidamente imparato il francese e frequentava la chiesa cittadina: «È un modello d'integrazione», sottolinea un amico in una lettera per supportare la permanenza del 22enne.

In Iran Farshad è stato perseguitato nel 2015 a causa della sua decisione di convertirsi al cristianesimo. La polizia ha perquisito dapprima la sua chiesa domestica illegale e poi l'abitazione dei suoi genitori. Il giovane decise quindi di fuggire. E giunge in Svizzera attraversando la rotta dei Balcani. Il pensiero di tornare in Iran terrorizza il 22enne: «Nel mio Paese mi attende solo morte. Non voglio tornare all'inferno». Secondo l'ong "Open Doors", i convertiti al cristianesimo corrono un rischio enorme nel Paese islamico: «L’apertura di chiese è proibita e la conversione dall’Islam – religione di Stato – è punibile con la morte per gli uomini, e con l’ergastolo per le donne».

Nel 2018 Farshad si fidanza con Beatrice e inizia una formazione come designer multimediale interattivo presso la scuola professionale di Friborgo. Il suo sogno è quello di diventare giornalista per la Televisione svizzera. Un sogno che se non verrà fatto qualcosa diventerà una chimera, visto che il giovane dovrà abbandonare la Svizzera. 

La Confederazione non crede nella persecuzione - Secondo la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), il 22enne dovrà andarsene entro il 17 ottobre 2019 poiché la sua conversione al cristianesimo non rappresenta un pericolo. «Non ci sono prove che abbia attirato le attenzioni delle autorità iraniane. La sua conversione e il battesimo celebrato qui in Svizzera non sono motivi sufficienti per mettere a rischio la sua vita quando tornerà in Iran», si legge in una lettera riportata da 20 Minuten. Anche la storia del mandato di perquisizione non convince la SEM: «Hanno visitato la sua chiesa domestica per cinque mesi e non hanno trovato nessuna attività politica o religiosa».

Le autorità - interpellate da 20 Minuten - spiegano che non è possibile fornire altre informazioni su questo caso per motivi di privacy. Ma assicurano che il rimpatrio in Iran è generalmente considerato «ammissibile, ragionevole e possibile». Ma questi fattori vanno sempre valutati di caso in caso. Lo scorso anno due persone sono state espulse dalla Svizzera e rimandate nel Paese islamico. Nel 2019 ancora nessuna. 

Per  evitare che Farshad sia la prima persona rimandata in Iran quest'anno, i suoi amici - forti del sostegno popolare alla petizione - intendono far ricorso contro la decisione della SEM entro il 22 settembre.

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