Una donna brasiliana perfettamente integrata si è vista rifiutare il permesso a causa di un trasloco che l'ha portata a vivere per pochi metri nella regione tedescofona del Paese
BERNA - Ana Lucia* è in Svizzera da ormai 10 anni. Vive con il compagno e con il figlio di nove mesi, entrambi svizzeri. Parla perfettamente il francese. In pratica la donna soddisfa tutte le condizioni per l'ottenimento di un permesso C. Tutto bene? Non proprio. Perché la famiglia si è appena trasferita nel villaggio di Ligerz, dove si parla tedesco.
Ed è proprio da questo dettaglio che nasce il problema. Perché per ottenere il documento, la donna dovrebbe essere in grado «di comunicare bene nella lingua nazionale del proprio comune di domicilio». E la povera Ana Lucia non parla una sola parola di tedesco. Per questo motivo, nonostante la famiglia abiti a soli 100 metri dalla città francofona di La Neuveville, il servizio della migrazione del canton Berna ha bocciato la sua richiesta. «Sono delusa e arrabbiata» - spiega la donna di origini brasiliane a 20 minutes. «Mi sento sempre di più una straniera. Stavo molto meglio quando vivevo nel canton Neuchâtel».
Le autorità bernesi, infatti, hanno applicato alla lettera la nuova legge che era stata approvata dal parlamento nel 2016 ed è entrata in vigore il primo gennaio di quest'anno. Non facendo alcuna concessione. Ma di leggi, si sa, ce ne sono diverse. E una più vetusta - residuato di un vecchio accordo tra la Svizzera e 11 Paesi europei - non prevede alcun requisito linguistico. Un trattamento iniquo che crea "stranieri di serie A" e di "serie B".
«In effetti - conferma il Segretario di Stato per la migrazione - i cittadini di quegli undici stati non sono tenuti a dimostrare le proprie competenze linguistiche». Detto in altre parole, un olandese, un danese o un greco che non parla alcuna lingua nazionale potrebbe ottenere il permesso C. Stessa cosa per un francese che vive a Zurigo senza spiccicare mezza parola della lingua di Goethe. Ad Ana-Lucie, invece, mancano solo cento metri. «Dovremo spostarci di nuovo? Apprendere una nuova lingua? Continuare con il permesso B?», ha chiesto la famiglia al Servizio di migrazione bernese. «Sta a voi decidere quale strada intraprendere», hanno risposto, con filosofia, dal Cantone. Il futuro della coppia, insomma, è ancora tutto da scrivere...