Cerca e trova immobili

SVIZZERACalano le richieste d'asilo, chiudono due centri

09.09.19 - 10:12
Berna non intende comunque rinunciare ai previsti ampliamenti delle strutture di accoglienza per disporre di 5000 posti letto
Keystone - foto d'archivio
Calano le richieste d'asilo, chiudono due centri
Berna non intende comunque rinunciare ai previsti ampliamenti delle strutture di accoglienza per disporre di 5000 posti letto

BERNA - La Confederazione chiude temporaneamente due centri federali d'asilo e risparmia così 30 milioni di franchi all'anno in costi di gestione. La misura, voluta dalla responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter, è il riflesso di un numero costantemente basso di domande. Berna non intende comunque rinunciare ai previsti ampliamenti delle strutture di accoglienza per disporre di 5000 posti letto. La Confederazione adotterà anche misure per migliorare il rinvio di richiedenti respinti.

In una conferenza stampa odierna a Berna, Mario Gattiker, il segretario di Stato per la migrazione, ha indicato che accanto alla chiusura temporanea dei due centri federali d'asilo senza funzione procedurale di Kappelen (BE) e Muttenz (BL), saranno ridotte le capacità di altri centri. Complessivamente queste misure consentiranno alla Confederazione di risparmiare 30 milioni. I posti ancora disponibili saranno 2200, contro i poco più di 4000 attuali.

Contemporaneamente gli ampliamenti previsti per attuare la nuova legge sull'asilo, entrata in vigore lo scorso primo marzo, non sono rimessi in discussione. Accanto all'inaugurazione, sabato prossimo, di un centro a Flumenthal (SO), non si prevede alcuno stop alle pianificazioni per un sito nel nordovest della Svizzera e neppure per quello, contestato, di Svitto.

Solo il parlamento potrebbe cambiare le cose. In questa sessione il Consiglio nazionale è infatti chiamato a votare crediti di impegno per centri d'asilo. L'UDC propone di bocciare quelli per Altstätten (SG), Le Grand-Saconnex (GE) e Svitto.

Il capo della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) non vede contraddizione alcuna tra le chiusure temporanee e la volontà di ampliare le strutture, poiché il settore dell'asilo è caratterizzato da una forte volatilità. La pressione migratoria, come avvenuto nel 2015, potrebbe crescere molto in fretta ed «è indispensabile poter reagire rapidamente», ha detto Gattiker, spiegando perché la Confederazione mantiene l'obiettivo dei 5000 posti letto.

Questa cifra era stata negoziata da Confederazione e Cantoni. Una tale dotazione permette di gestire 29'000 domande d'asilo all'anno. Con 2200 letti la SEM può occuparsi di circa 16'000 richieste. In caso di bisogno, la Segreteria può riattivare i circa 1800 posti sospesi in un periodo compreso tra quattro e dodici settimane.

Negli ultimi anni il numero di domande è costantemente diminuito. Quest'anno ne sono previste in totale 14'500, il dato più basso dal 2007. Quale prima misura, all'inizio di settembre è già stato sospeso temporaneamente l'esercizio del centro speciale per richiedenti cosiddetti renitenti di Les Verrières (NE). Per questa categoria di persone, la ricerca di un'ubicazione nella Svizzera tedesca per un secondo centro speciale è stata sospesa.

La "ministra" dell'asilo Keller-Sutter ha pure chiesto all'amministrazione di studiare come migliorare il tasso di rinvio di richiedenti respinti. La migliore cooperazione con gli Stati di provenienza ha permesso di facilitare gli allontanamenti, ma «in alcuni casi la SEM si scontra addirittura con una totale assenza di volontà di cooperazione». Per far fronte a questa situazione la segreteria prevede tra l'altro di distaccare ulteriori funzionari di collegamento sull'immigrazione nell'Africa occidentale, nel Corno d'Africa o nel Medio Oriente.

Sono previste altre misure atte a promuovere l'esecuzione degli allontanamenti. All'inizio dell'anno prossimo gli Stati che aderiscono all'accordo di Schengen porranno in vigore una modifica del codice dei visti, grazie alla quale la politica europea in materia sarà correlata alla politica in materia di ritorno - ad esempio grazie a restrizioni per il rilascio dei visti a cittadini di Stati che non si mostrano cooperativi. La Svizzera plaude a questo sviluppo e, nella sua veste di Stato associato a Schengen, formulerà attivamente le proprie esigenze.

Gattiker ha spiegato che i progressi in materia di rinvii comunque saranno modesti. Con una quota del 56% di espulsioni effettuate, la Svizzera figura tra i paesi più efficienti. A titolo di paragone, per l'Ue la quota è del 36%.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE