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SVIZZERAIn agosto erano 99'552 i disoccupati iscritti all'URC

09.09.19 - 08:14
In Ticino la disoccupazione è al 2,5% (+0,1 punti percentuali rispetto a luglio e -0,1 punti percentuali su base annua)
Keystone - foto d'archivio
In agosto erano 99'552 i disoccupati iscritti all'URC
In Ticino la disoccupazione è al 2,5% (+0,1 punti percentuali rispetto a luglio e -0,1 punti percentuali su base annua)

ZURIGO - La disoccupazione rimane stabile e su livelli contenuti in Svizzera: il tasso dei senza lavoro si è attestato in agosto al 2,1%, lo stesso valore registrato in giugno e in luglio, nonché dato più basso da fine 2001. Nel confronto su un anno vi è stata una contrazione di 0,2 punti. In Ticino la disoccupazione è al 2,5% (+0,1 punti mensile, -0,1 annuo), nei Grigioni allo 0,7% (tasso fermo rispetto a luglio, -0,1 annuo).

Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell'economia (SECO) alla fine di agosto 99’552 disoccupati erano iscritti presso gli uffici regionali di collocamento (URC), 1974 in più di 31 giorni prima. Nel confronto su dodici mesi è stato osservato un calo di 8341 unità.

In Ticino i senza lavoro erano 4212: 135 in più di luglio e 218 in meno di agosto 2018. A titolo di confronto, la media annua del 2018 è stata di 4953, quella del 2017 di 5667. Il Ticino (2,5%) presenta una quota di senza lavoro che è la settima più alta in Svizzera: valori più elevati che a sud delle Alpi si osservano solo a Ginevra (3,8%), Giura (3,4%), Vaud (3,3%), Neuchâtel (3,2%), Basilea Città (2,8%) e Sciaffusa (2,6%). Sopra la media elvetica sono anche Argovia (2,3%), Friburgo (2,3%) e Vallese (2,2%), mentre i tassi più contenuti sono osservati a Obvaldo (0,6%), a Nidvaldo (0,7%) e nei Grigioni (0,7%): il cantone trilingue ha 772 disoccupati (-19 su luglio e -156 su base annua).

Tornando ai dati nazionali, va rilevato che il tasso rimane ai livelli più bassi da quasi 18 anni. A titolo di confronto gli ultimi dati di agosto erano stati 3,0% (2015), 3,2% (2016), 2,9% (2017) e 2,3% (2018). Le quote di senza lavoro registrate dalla SECO sono comunque tradizionalmente basse: negli ultimi 20 anni il valore mensile più elevato è stato del 4,3%, osservato nel gennaio 2004. Va anche rilevato come i dati sulla disoccupazione non tengono conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell'assistenza.

Setacciando in dettaglio i dati di agosto 2019 emerge che fra i giovani la disoccupazione è del 2,5% (+0,4 mensile, -0,3 annuo); i disoccupati di 15-24 anni erano 13'142. Tra i lavoratori ultra 50enni il tasso è del 2,0% (nessuna variazione mensile, -0,2 annuo) e il fenomeno interessa 27'428 persone.

Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro dell'1,6%, gli stranieri del 3,6%. Fra questi ultimi le differenze sono notevoli: fermo restando che nessuna comunità può vantare valori inferiori a quelli relativi ai cittadini elvetici, lo scarto è ancora ridotto per tedeschi (2,3%), ma si fa già più consistente per gli italiani (3,2%) e i francesi (4,2%). Il dato più elevato è registrato dagli africani (7,5%), che la SECO presenta nel loro insieme, ma elevati sono anche i tassi di bulgari (6,3%), kosovari (5,4%) e rumeni (5,0%). La quota per i 28 paesi dell'Ue (3,1%) è quasi il doppio di quella per gli svizzeri.

I dati diffusi dalla SECO si basano sulle persone effettivamente iscritte agli URC. La definizione è quindi diversa da quella dei disoccupati ai sensi dell'Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi e che rende nota la sua stima trimestralmente: l'ultima disponibile - pubblicata a metà agosto - dà la disoccupazione in Svizzera nel secondo trimestre al 4,2%. Lo scarto fra i due dati - quello della SECO e quello ILO - suscita spesso acceso dibattito.

I disoccupati sono solo una parte del totale delle persone in cerca di impiego: quelle registrate presso gli URC in agosto erano 169’849, 1431 in meno rispetto al mese precedente e 10’126 in meno di un anno prima.

La SECO ha pubblicato anche gli ultimi dati disponibili relativi al lavoro ridotto, che in giugno ha interessato 1507 persone (+9,7% in confronto a maggio) e 84 aziende (+2,4%), per un totale di 59’550 ore perse (-16,2%). A titolo di confronto, nel giugno 2018 erano state registrate 50’539 ore perse, ripartite su 858 persone in 83 aziende.

A giugno si riferisce anche l'ultima informazione riguardo alle persone che hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell'assicurazione contro la disoccupazione: erano 2187.

Nessun segno di frenata - Il mercato del lavoro elvetico non presenta ancora segni di frenata e il tasso di disoccupazione rimarrà basso sino alla fine dell'anno: lo ha affermato Boris Zürcher, direttore della divisione lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), commentando i dati diffusi oggi dai suoi funzionari.

Un indizio sulla tenuta del mercato, nonostante il rallentamento in atto nell'industria, è costituito dai dati sul lavoro ridotto, che sono aumentati, ma rimangono a un livello storicamente basso, ha indicato l'esperto.

La disoccupazione è comunque attualmente ai minimi e tornerà a salire: non tanto però a causa della congiuntura, ma per motivi puramente di calendario, legati alla fine dei periodi di formazione.

Tradizionalmente sino a metà anno l'attività aumenta nella costruzione e nel settore alberghiero e della ristorazione, mentre con la fine dell'estate i numeri dei senza lavoro tornano a salire a causa di coloro che hanno finito la formazione e sono in cerca di impiego: la quota dei senza lavoro fra i 15-24enni è infatti aumentata, nello spazio di un mese, dal 2,1 al 2,5%.

Nonostante il cambiamento stagionale non è però attesa una crescita marcata della disoccupazione. Stando alle previsioni della SECO il tasso per l'insieme del 2019 si attesterà al 2,4%. Se fosse davvero così si tratterebbe del valore più basso dal 2001. L'anno scorso era stato del 2,5%.

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