Dopo il cartello legato al settore edile, questa volta ad essere coinvolte sarebbero alcune imprese attive nella pavimentazione stradale
COIRA - Lo scandalo appaltopoli nei Grigioni si potrebbe estendere nei prossimi giorni. Secondo la NZZ am Sonntag, che cita fonti bene informate, la Commissione della concorrenza (Comco) avrebbe scoperto che anche alcune imprese di pavimentazione stradale avevano concordato i prezzi tra il 2004 e il 2010 per pilotare gli appalti.
Il caso, sempre stando al domenicale, verrà reso noto a breve e potrebbe creare nuove tensioni nei Grigioni a poche settimane dalle elezioni federali. Il valore complessivo degli appalti manipolati è stimato in circa 200 milioni di franchi svizzeri. La Comco però potrà sanzionare solo i reati commessi in un periodo di tre anni.
Le ditte coinvolte sarebbero una dozzina, in maggioranza di grandi dimensioni. L'entità delle somme in gioco è paragonabile a quella degli appalti pilotati nel settore edile in Bassa Engadina. Per quella vicenda la COMCO ha inflitto ha inflitto una multa complessiva di 7,5 milioni di franchi a sette imprese di costruzione grigionesi, ma alcune aziende hanno contestato le multe davanti al Tribunale amministrativo federale (TAF).
Secondo le fonti, in questo nuovo caso le sanzioni saranno altrettanto elevate. Il cantone, in qualità di principale committente nella costruzione di strade, risulta essere ancora una volta la principale vittima, ma l'intesa cartellistica ha penalizzato anche molti comuni.
Le rivelazioni sul cartello edile in Bassa Engadina, pubblicate poco prima delle elezioni cantonali, avevano avuto ripercussioni anche a livello politico. Andreas Felix (PBD), direttore della Società retica degli impresari costruttori, aveva ritirato la sua candidatura al Consiglio di Stato nel bel mezzo della campagna elettorale e il PBD aveva perso un seggio. Anche il suo compagno di partito in governo, Jon Domenic Parolini, era stato tirato in causa poiché, come sindaco di Scuol, era stato informato, ma aveva fatto poco. Nella vicenda risultava coinvolto anche il candidato UDC al Consiglio di Stato Walter Schlegel, per un intervento, quale comandante della polizia cantonale, contro il whistleblower Adam Quadroni.