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GRIGIONI«La tecnologia 5G è a rischio nei Grigioni?»

26.08.19 - 16:43
Un'interpellanza sottoscritta dalla metà del parlamento chiede che la popolazione possa votare sull'ubicazione delle antenne. Il governo: «Soluzione impraticabile»
Archivio Keystone
«La tecnologia 5G è a rischio nei Grigioni?»
Un'interpellanza sottoscritta dalla metà del parlamento chiede che la popolazione possa votare sull'ubicazione delle antenne. Il governo: «Soluzione impraticabile»

COIRA - La diffusione della tecnologia 5G è a rischio nei Grigioni? È quanto chiede un'interpellanza sottoscritta dalla metà del parlamento al Governo retico in riferimento alle resistenze dei cittadini, proponendo una pianificazione comunale delle ubicazioni delle antenne sottoposta al voto della popolazione. Soluzione impraticabile, ribatte l'esecutivo: il settore della telefonia mobile viene disciplinato dal diritto federale.

Le ubicazioni di antenne 5G danno adito a discussioni in numerosi comuni grigionesi, generando opposizioni o addirittura petizioni da parte dei cittadini. Vietare la tecnologia, che consente una copertura capillare ed efficiente con internet e telefonia, sarebbe la risposta sbagliata. Tuttavia è necessaria una pianificazione che goda di consenso, alla quale i cittadini possano partecipare. Questa la premessa alla base dell'interpellanza sottoscritta da 58 membri del Parlamento retico.

Le firmatarie e i firmatari chiedono se per una copertura capillare con rete 5G non sia necessaria una pianificazione comunale o eventualmente anche sovracomunale. Il piano di urbanizzazione comunale, propongono, potrebbe essere lo strumento adatto, dato che contiene gli impianti sostanziali dell'urbanizzazione di base, tra i quali rientra senz'altro anche la rete di telefonia mobile. Inoltre è legittimato democraticamente, dato che è sottoposto a votazione degli aventi diritto di voto e prevede una procedura di partecipazione pubblica durante la quale chiunque può esprimersi in merito agli impianti previsti.

Gli impianti di telefonia mobile causano disagio tra i diretti interessati, riconosce il Governo nella risposta, sia per paura delle radiazioni emesse da simili impianti (immissioni materiali), sia per le cosiddette immissioni morali che le antenne possono generare tra gli interessati sotto forma di impressioni psichiche sgradevoli e che possono ridurre l'attrattiva della propria zona abitativa e di conseguenza comportare un calo dei prezzi degli immobili. Una dotazione mirata del Cantone con tecnologie performanti a banda larga, tra le quali rientra il 5G, resta tuttavia un fattore importante poiché rafforza la piazza economica.

Gli strumenti di pianificazione disponibili sono tuttavia piuttosto limitati, in quanto il settore della telefonia mobile viene disciplinato dal diritto federale: da un lato vi è la legislazione federale sulle telecomunicazioni e dall'altro l'ordinanza federale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ORNI), la quale disciplina in maniera esaustiva la protezione preventiva dalle radiazioni. Se le prescrizioni in materia di protezione dalle radiazioni previste dal diritto federale vengono rispettate, in linea di principio gli offerenti hanno diritto al rilascio di una licenza edilizia, conclude il Governo.

Pianificazioni o prescrizioni sono ammissibili solo se funzionali a garantire interessi pubblici importanti e rilevanti sotto il profilo territoriale, prioritari rispetto all'interesse pubblico inerente la garanzia del servizio, e l'ORNI non deve comunque essere elusa. Tali interessi pubblici, spiega la risposta, potrebbero essere esigenze di protezione dei siti caratteristici e del Servizio monumenti o la necessità di evitare o limitare le immissioni morali in zone abitate.

In questi casi comunque, prosegue la risposta, spetta ai Comuni decidere preferiscono intervenire nel piano delle zone, nel piano generale di urbanizzazione oppure nella legge edilizia. La partecipazione della popolazione è comunque garantita in egual misura per tutti gli strumenti di pianificazione locale. Esclusa invece la possibilità di una pianificazione sovralocale a livello di piano direttore regionale o addirittura cantonale che, scrive l'esecutivo, "pare inadeguata".

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