Il filmato sta diventando virale. Un braccio incastrato tra le porte di un treno e non scatta il meccanismo di riapertura. Le FFS spiegano perché
ZURIGO - La morte di Bruno R., il capo assistenti clienti FFS che ha perso la vita lo scorso 4 agosto dopo essere rimasto incastrato tra le porte del treno Interregionale, ha sconvolto l’opinione pubblica. L’uomo è stato trascinato dal treno ed è morto per le ferite riportate.
In queste ore, sulla rete, sta circolando un video già diventato virale. Diversi media, e perfino la tv svizzero-tedesca (SRF), lo hanno mostrato. Nel filmato si vede un uomo che inserisce il braccio nella porta. Questa si chiude, il braccio resta intrappolato, e non scatta il dispositivo di riapertura. Solo quando l'uomo riapre la porta manualmente può estrarre il braccio. Le immagini suggerirebbero insomma l’inaffidabilità dei sensori protettivi anti-incastro.
Le FFS hanno criticato il video, definendolo un tentativo di disinformare l’utenza. In sostanza - viene spiegato - nel filmato la portiera del treno viene chiusa a mano, e ciò scavalcherebbe inevitabilmente i meccanismi di protezione.
Nella conferenza stampa che si è tenuta oggi a Zurigo, Martin Fischer responsabile dei sistemi di assistenza Est presso le FFS, ha spiegato che nel video c’è una chiara manipolazione che non si verifica durante il normale funzionamento. «Se una porta viene chiusa manualmente, è possibile che la protezione anti-incastro possa non funzionare», ha spiegato Fischer. Inoltre, nel video non è dato sapere se la funzione anti-incastro fosse stata disabilitata o meno.
Rilevato un difetto nascosto - Nel corso della conferenza stampa odierna, le FFS hanno fatto sapere che stanno analizzando nel dettaglio l’intera tecnologia di protezione anti-intrappolamento. I test iniziali hanno rivelato un difetto finora nascosto: nella cosiddetta modalità UIC, la protezione anti-intrappolamento delle carrozze CU IV funziona regolarmente, ma reagisce in modo meno sensibile del dovuto. È in modalità UIC che l’assistente clienti, dopo essersi assicurato che tutti i passeggeri siano saliti a bordo, avvia il processo di chiusura delle porte ancora aperte, tranne la sua.
Le FFS hanno informato l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) e il SISI in merito a questo difetto nascosto e stanno lavorando per individuarne la causa, affinché possa essere eliminato al più presto. Secondo lo stato attuale delle conoscenze e l’analisi della sicurezza realizzata dalle FFS, non è tuttavia necessario mettere fuori servizio le carrozze CU IV. Allo stato attuale dell’inchiesta del SISI, non vi sarebbe infatti nessun nesso con il tragico incidente del 4 agosto 2019 costato la vita al capo assistenza clienti.