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SVIZZERAIdentità dei richiedenti asilo, la SEM esamina cellulari e computer

10.08.19 - 15:15
Si tratta di un progetto pilota, ma per l'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati questa prassi mette gravemente in discussione la protezione della sfera privata
Keystone
Identità dei richiedenti asilo, la SEM esamina cellulari e computer
Si tratta di un progetto pilota, ma per l'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati questa prassi mette gravemente in discussione la protezione della sfera privata

BERNA - Molti richiedenti asilo non possono provare la loro identità con documenti come il passaporto. In un progetto pilota, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha esaminato cellulari e computer portatili dei profughi per appunto verificarne l'identità. Per l'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR) questa prassi mette gravemente in discussione la protezione della sfera privata.

Nell'edizione odierna i giornali del gruppo Tamedia indicano che, dal novembre del 2017 al maggio dello scorso anno, la SEM ha valutato 565 tra telefonini e pc consegnati a titolo volontario da profughi ospitati negli ex centri di registrazione e di procedura di Chiasso e Vallorbe (VD). Nel 15% dei casi sono state trovate informazioni utili sull'identità o sull'itinerario di viaggio dei richiedenti.

Daniel Bach, portavoce della SEM, ha confermato l'esistenza di un rapporto interno sul progetto pilota, documento su cui si fonda l'informazione dei quotidiani. La SEM non ha trasmesso il rapporto a Keystone-ATS e non fornisce dettagli.

Il portavoce si è limitato a spiegare che i risultati del progetto pilota hanno dimostrato che queste valutazioni «possono fornire importanti informazioni supplementari sull'origine e l'identità dei richiedenti asilo nonché sull'itinerario di viaggio». Le valutazioni sono state effettuate su base volontaria e la protezione dei dati personali è stata garantita in ogni momento, ha assicurato Bach.

«Drastica violazione dei diritti» - L'OSAR critica aspramente la valutazione dei dati informatici e di telefonia mobile dei richiedenti. Non è possibile escludere che le autorità li utilizzino per scopi diversi dalla verifica dell'identità, ha spiegato a Keystone-ATS la portavoce Eliane Engeler.

«Sia dal punto di vista dello stato di diritto sia da quello della protezione dei dati il progetto è altamente discutibile e comporta una drastica violazione della sfera privata degli interessati», ha detto Engeler. Il diritto penale regola la valutazione dei dati della telefonia mobile in modo molto restrittivo, ha sottolineato la portavoce dell'OSAR: gli smartphone di sospetti criminali possono essere analizzati solo in caso di gravi violazioni della legge e di sospetto giustificato. Non vi è alcuna argomentazione solida per giustificare che i richiedenti asilo debbano essere sottoposti alle stesse regole o, addirittura, a norme più severe.

Per il portavoce della SEM, la valutazione dei dati è una violazione del diritto fondamentale all'autodeterminazione in materia di informazioni trasmissibili. È pertanto necessaria una base legale per tutti gli esami di dati che non vengono effettuati su base volontaria. Un progetto sulla valutazione di queste informazioni personali è attualmente nelle mani del parlamento, ha ricordato Bach.

Una decisione giovedì prossimo - Secondo quanto riportato dai giornali, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale deciderà giovedì prossimo su una valutazione sistematica dei dati dei richiedenti asilo.

L'ottenimento della protezione in Svizzera dipende dal fatto che il richiedente asilo possa dimostrare in modo credibile di essere minacciato di persecuzioni e gravi violazioni dei diritti dell'uomo o di una situazione di vita inaccettabile in caso di rientro nel suo Paese, ricorda la SEM. Se la persona interessata è in grado di provare le proprie informazioni con i dati del cellulare, ciò potrebbe anche essere nel suo interesse.

Secondo Bach, fino a tre quarti dei richiedenti asilo in Svizzera non possono provare la loro identità con documenti come il passaporto. Le ragioni per cui i richiedenti non hanno un documento d'identità sono molteplici, secondo l'OSAR. In alcuni Paesi, come ad esempio in alcune parti dell'Afghanistan, non ci sono neppure certificati di nascita. I passaporti dei rifugiati sono spesso confiscati durante la fuga dai trafficanti o da altri gruppi criminali. Le persone salvate in mare possono semplicemente aver perso i loro documenti.

In alcuni Paesi europei, i dati della telefonia mobile sono valutati su base volontaria nell'ambito della procedura di asilo, ha indicato la SEM. In Germania è stata creata una base giuridica e i dati possono persino essere valutati sistematicamente.

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