Dopo la canicola, le piogge del fine settimana hanno ridotto in parte il rischio d'incendi. Ma per la prossima settimana regna l'incertezza
BERNA - La festa nazionale del Primo agosto è una giornata molto importante per l'industria dei fuochi d'artificio. Resta da vedere se la meteo di quest'anno sarà dalla parte degli appassionati di fontanelle e altri razzi.
Dopo la canicola, le piogge del fine settimana possono aver ridotto in parte il rischio d'incendi, ma - secondo MeteoSvizzera - per la prossima settimana regna l'incertezza. Nessuno sa al momento se e in quali regioni il cielo permetterà ai dispositivi pirotecnici di illuminare la notte.
Le notizie più affidabili provengono dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), che in collaborazione con i Cantoni fornisce informazioni e allerte sui rischi d'incendi boschivi. L'adozione di misure è di competenza dei Cantoni. Venerdì scorso il pericolo risultava marcato in gran parte della Svizzera, ad eccezione del nord-est, e i divieti di accendere fuochi all'aperto erano numerosi.
In caso di rischio d'incendio, le autorità cantonali e comunali possono limitare l'uso di fuochi d'artificio. «È essenziale seguire le istruzioni delle autorità locali», ricorda la portavoce dell'UFAM Elisabeth Maret.
Al momento in Ticino, prima del primo di agosto, non sono previste precipitazioni di rilievo. Solo in montagna la pioggia si farà timidamente vedere. In tutta la Svizzera italiana inoltre è ancora in vigore l'allerta di grado tre per gli incendi di bosco.
Per i professionisti degli articoli pirotecnici la Festa nazionale è molto importante: attualmente la maggior parte - oltre il 60% - del fatturato annuo viene generato in occasione del Primo agosto, spiega Urs Corradini, presidente dell'ufficio svizzero di coordinamento fuochi d'artificio (SKF). «Qualsiasi divieto provoca dunque un danno economico che non può più essere compensato», aggiunge Corradini, precisando che i festeggiamenti della notte di San Silvestro rappresentano solo circa un terzo delle vendite annuali. Il presidente dell'SKF sostiene tuttavia che per l'associazione e i suoi membri «la sicurezza è molto importante e che la siccità deve essere presa sul serio».
Secondo l'UFAM, ogni anno in Svizzera vengono vendute circa 1800 tonnellate di fuochi d'artificio, stando a una media per il periodo 2010-2018. Corradini ritiene che la domanda di articoli pirotecnici è stabile da anni: le poche diminuzioni sono legate ai divieti di accendere fuochi, come verificatosi nel 2018 e nel 2003.