Il liceo che frequenta Dounia Pelupessy non offre la possibilità di frequentare una classe per sportivi d'élite. Il padre: «Le serve più tempo libero»
LOSANNA - Ha 17 anni e fa parte dell’élite europea di badminton. Ma teme che la sua carriera venga bloccata per colpa degli studi. Lei è Dounia Pelupessy.
Il problema? Vorrebbe studiare in una classe per sportivi d’élite, che prevede orari privilegiati che consentono di frequentare gli allenamenti, ma - riferisce 24 heures - l’istituto non offre questa possibilità, perché la domanda è troppo bassa.
La ragazza, infatti, frequenta il percorso di studi generali presso il liceo di Beaulieu. Mentre l'opzione di essere inserita in una classe di sportivi d’élite è prevista solo per il percorso che porta all’ottenimento della maturità.
«È davvero frustrante - dice la ragazza - sono riuscita a crescere, ma tutti i miei concorrenti beneficiano di “agevolazioni” nei loro studi che li aiutano nell’impegno che possono mettere negli allenamenti. Io mi ritrovo stanca, con meno tempo libero e la testa occupata. Alla fine questo potrebbe fare la differenza».
Ma il direttore della scuola si difende: «Sono almeno dieci anni che non c’è una classe per sportivi d’élite e talenti artistici. Ci vorrebbero 20 allievi e noi non li abbiamo. Sono state anche sperimentate le classi miste, ma non ha funzionato».
Il padre di Dounia, però, sottolinea di avere ricevuto delle proposte dalla Francia e dai Paesi Bassi, che vorrebbero ospitare sua figlia. «Potrebbe essere una possibilità per beneficiare di una struttura migliore». Ci sono altre strutture in Svizzera che potrebbe frequentare la 17enne, ma il tedesco è una barriera. Ha ricevuto un invito anche dal Centro di studi sportivi di Losanna (ECSEL) che però per il padre «non è adatto»: «Mia figlia ha solo bisogno di avere più tempo libero, ha già chi l’allena, serve solo un orario scolastico più flessibile».
Robbert de Kock, presidente di Swiss Badminton, ammette che offrire delle classi per sportivi d’élite è impegnativo e costoso, «ma bisogna pensare che formare atleti che diventeranno eccellenze svizzere porterà prestigio in termini d’immagine a tutti». Uno sport come il badminton «non offre tanti talenti come il calcio o l’hockey» e creare scuole o centri specifici non è possibile. «Swiss Olympic conosce il problema e dialoga con il mondo politico, ma non penso che troveranno una soluzione a breve termine».