Lo sfogo di una madre che si è vista portare a casa un sacco nero pieno di vestiti e parassiti. Il Ddps però smentisce: «Seguito il protocollo»
LOSANNA - Una trentina di militi nel piazzale davanti alla caserma intenti a travasare i propri abiti dalla borsa militare in un sacco della spazzatura. No, non si tratta di un'esercitazione ma di un'emergenza parassiti verificatasi durante l'ultima settimana di un corso ripetizione tenutosi a Lécherette (VD).
In seguito all'invasione di cimici dei letti, infatti, le due compagnie presenti nella struttura sono state poi dislocate altrove. Il Ddps conferma l'accaduto, spiegando che «sono state prese misure immediate a tutela della salute dei militi». Della loro sì, dei loro vestiti (pare) un po' meno: «Mio figlio è tornato a casa con il sacco nero da 60 litri sulla spalla», lamenta una madre a 20 Minuten, «e abbiamo dovuto risolvere anche il problema cimici».
Ai militi sarebbe stata offerta la possibilità di congelare i sacchi di modo da sterminare gli insetti. Secondo la donna però l'esercito avrebbe gestito male la faccenda sin dall'inizio, zittendo la voce della presenza dei parassiti: «I ragazzi se n'erano accorti già alla seconda settimana ma li hanno messi a tacere».
Accuse che il Dipartimento della difesa smentisce: «Tutto il materiale tessile militare è stato ritirato e lavato da noi», negata anche la cosa dei sacchi: «alcune parti dell'equipaggiamento sono state congelate a scopo di decontaminazione, nessuna però è stata fatta portare a casa». Unica eccezione: calzini e mutande che però dovevano essere confezionati in buste ermetiche e lavate a caldo. Tutto da protocollo.
Non vera anche l'accusa di un “bavaglio”, ai militi è stato solamente detto che la comunicazione con i media sarebbe stata gestita dall'esercito: «non potevamo certo vietare loro di parlarne con i genitori».