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SVIZZERAPer le vacanze i viaggiatori rinunciano all’aereo

17.06.19 - 06:04
All’aeroporto di Zurigo calano i passeggeri, mentre fanno il pieno i collegamenti ferroviari internazionali. Un effetto del dibattito sul clima?
Archivio Keystone
Per le vacanze i viaggiatori rinunciano all’aereo
All’aeroporto di Zurigo calano i passeggeri, mentre fanno il pieno i collegamenti ferroviari internazionali. Un effetto del dibattito sul clima?

Vacanze estive

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

ZURIGO - Non succedeva da anni: è da due mesi che all’aeroporto di Zurigo i viaggiatori locali sono in calo. Rispetto al 2018 lo scalo ha infatti registrato 11’000 passeggeri in meno, mentre a maggio la differenza è stata di 29’000. Si parla così di un calo pari all’1,5%. E una diminuzione più marcata (-2,5%) si rileva per i voli da e per l’Europa.

È forse una conseguenza del dibattito sul cambiamento climatico? Questo è perlomeno quanto suggeriscono i numeri. Infatti, se all’aeroporto zurighese i passeggeri locali sono in calo, sono invece in aumento quelli che optano per il treno. «Con piacere osserviamo una tendenza positiva per i collegamenti internazionali» afferma il portavoce FFS Reto Schärli.

E Schärli ne è convinto: la questione climatica avrà un effetto positivo sulla scelta del mezzo di trasporto e quindi anche sulla domanda nel settore ferroviario: «I viaggiatori internazionali che oggi optano ancora per l’aereo, in futuro sceglieranno più spesso il treno». Lo conferma anche un sondaggio dell’Associazione traffico e ambiente (ATA): i due terzi degli intervistati affermano che in futuro potrebbero utilizzare treni notturni per recarsi nei paesi limitrofi.

Nuovi treni notturni - Sembra in effetti che i treni notturni stiano tornando in voga. Lo sanno bene le ferrovie austriache ÖBB, che li gestiscono anche dalla Svizzera. «Ci aspettiamo un aumento dei passeggeri» afferma il portavoce Bernard Rieder. Per l’estate saranno in esercizio tutti i convogli notturni delle ÖBB. «Determinati collegamenti potrebbero fare il tutto esaurito - continua - siamo convinti che la richiesta continuerà a crescere. Ed è per questo che abbiamo ordinato tredici nuovi treni notturni».

E ora anche le FFS stanno pensando di reintrodurre i treni notturni. Nel frattempo, a partire dalla fine di quest’anno, nelle ore diurne intendono inoltre attivare nuovi collegamenti per aumentare del 30% il numero dei posti a sedere verso la Francia e del 20% verso la Germania. Non solo: con la messa in esercizio, nel 2020, della galleria di base del Ceneri, anche i collegamenti tra l’Italia e il nord delle Alpi durerà trenta minuti in meno.

C’è voglia di compensazione - Anche Flixbus parla di consapevolezza ambientale. Alla prenotazione del biglietto per i bus a lunga percorrenza, molti passeggeri svizzeri sceglierebbero infatti di compensare le emissioni di CO2, come afferma un portavoce. Per il primo trimestre del 2019 si parla dell’11% dei viaggiatori: una quota «eccezionale».

E l’auto «non è più uno status symbol» - Un cambiamento ci sarebbe anche sul fronte dell’automobile. Sarebbero infatti molti i giovani che rinuncerebbero a possederne una. Lo conferma Patrick Eigenmann, portavoce del servizio di car-sharing Mobility: «Negli ultimi anni abbiamo rilevato un numero esponenziale di sottoscrizioni da parte di giovani». Insomma, l’auto non sarebbe più uno status symbol. Ma non è chiaro quanto incida effettivamente la consapevolezza ambientale. Nell’ambito del car-sharing non ci sarebbe infatti un boom di richieste per le vetture elettriche. Tuttavia, entro la fine del 2020 Mobility intende ampliare la propria flotta di e-auto.

Nella mobilità si sta quindi osservando un’inversione di rotta? Per Anders Gautschi dell’ATA ci sarebbe perlomeno una presa di coscienza: «Prima che iniziasse il dibattito sul clima, molti non sapevano nemmeno quanto fosse grave la situazione». Sempre più persone metterebbero quindi in discussione le proprie scelte, adattandole di conseguenza. E anche da noi starebbe prendendo piede, a dire di Gautschi, la vergogna di volare.

Qualcosa sta cambiando - Le soluzioni sostenibili dovrebbero ora venire dalla politica e dall’economia. E i primi segnali positivi non mancherebbero: «Col decreto federale sulle vie ciclabili sono state poste le basi per l’ampliamento dell’infrastruttura ciclabile. E i produttori di automobili stanno investendo molto nella mobilità elettrica» afferma Gautschi. Un altro passo importante da fare sarebbe una legge sul CO2.

Ma è perplesso l’esperto di mobilità Thomas Sauter-Servaes: «Sarebbe bello se ci fosse finalmente un cambiamento di mentalità. Tuttavia nella mobilità non vedo ancora un’inversione di tendenza». Sarebbero necessari, secondo lui, significativi interventi sul piano dell’infrastruttura e dei prezzi (vedi intervista sotto).

«I passeggeri continueranno ad aumentare» - Anche per la società dell’aeroporto di Zurigo è troppo presto per parlare di un cambiamento di mentalità. Certo, negli scorsi due mesi i passeggeri locali sono diminuiti. Ma considerando anche i viaggiatori che a Zurigo fanno soltanto scalo, le cifre sono ancora in aumento. Inoltre, lo scorso anno l’aeroporto è cresciuto molto con l’introduzione dei più grandi Boeing 777 e dei nuovi velivoli C-Series, come spiega la portavoce Sonja Zöchling. E non mancherebbero altri fattori. Non ci sarebbe dunque una diminuzione dei viaggiatori: «Per quest’anno ci aspettiamo un aumento del 3% dei passeggeri rispetto al 2018».

Signor Sauter-Servaes*, a seguito del dibattito climatico, in molti rinuncerebbero ai viaggi in aereo o in auto. È effettivamente così?
«Il dibattito sul clima spinge a interrogarsi sul proprio comportamento. Ma perché cambino le abitudini nell’ambito della mobilità, servono alternative interessanti e prezzi reali per i singoli mezzi di trasporto. Chi utilizza spazi urbani, produce rumore o riscalda il clima, deve anche pagarne il prezzo».

Il dibattito sul clima non ha quindi ancora avuto effetti tangibili sul comportamento?
«No, continuiamo ad acquistare auto potenti con cui percorriamo prevalentemente percorsi urbani di lunghezza inferiore ai cinque chilometri. Il cambiamento della abitudini non viene da sé, ma necessita di un importante intervento politico».

Per esempio?
«Per favorire una mobilità sostenibile, devono essere rispettate determinate condizioni: in città va dato più spazio a pedoni, biciclette e piccole vetture. E le offerte di sharing vanno integrate con un trasporto pubblico ben sviluppato».

Lo sharing è ancora un’offerta di nicchia?
«Tutti ne parlano, ma senza una massiccia espansione dell’infrastruttura resterà nella sua nicchia. Soltanto nel momento in cui le offerte di sharing (dall’auto ai monopattini) saranno in grado di sostituire completamente il mezzo privato, avremo la possibilità di avere un sistema di trasporto sostenibile».

*Thomas Sauter-Servaes, esperto di mobilità

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COMMENTI
 

moma 4 anni fa su tio
A proposito, chissà quanti di quei verdi o rossi che hanno manifestamente starnazzato per il degrado del clima rinunciano all'aereo. Qualcuno che conosco, no, alla faccia della coerenza.
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