Una granconsigliera bernese è sconcertata dall'assortimento del gigante arancione. Migros difende la sua scelta
BERNA - Non poteva credere ai suoi occhi la granconsigliera bernese Sarah Gabi (Ps) quando, su “Migros Magazin” (l’“Azione” svizzero tedesca) ha visto una pubblicità di reggiseni imbottiti per bambine: «Reggiseni imbottiti e push-up per delle bambine?! Ma ci siete?», si è chiesta su Twitter. «Non va bene per niente!», ha risposto tra gli altri una utente.
Gabi, che ha due figlie, non capisce in particolare perché le bambine non possano semplicemente lasciate essere delle bambine: «Questi reggiseni imbottiti, come la Migros consapevolmente li definisce, non sono altro che dei push-up», lamenta parlando con 20 Minuten. A suo avviso, simili accessori simulano la presenza di un seno anche nelle più piccole, che un seno ancora non ce l’hanno, e trasformano le bambine in oggetti sessuali.
La Migros difende la scelta di proporre questi articoli nel proprio assortimento: «Alcune bambine cercano i reggiseni imbottiti perché non vogliono che si vedano i capezzoli, che si sviluppano già all’inizio della pubertà», spiega la portavoce Christina Maurer, che sostiene sia scorretto equiparare reggiseni imbottiti e push-up. I primi, sottolinea, sono reperibili dalla taglia 146/152, che corrisponde ai 10-12 anni di età.
Maurer rigetta infine l’accusa di “sessualizzazione” delle bambine: «Proponiamo biancheria adatta a loro», afferma. «Fintanto che ci sarà una richiesta di reggiseni imbottiti noi li terremo nel nostro assortimento», conclude.