Su internet circolano centinaia di migliaia di immagini di bambini alcune delle quali scattate in momenti sfavorevoli per gli interessati
ZURIGO - Alcuni genitori oggi non conoscono più quasi alcun limite quando pubblicano le foto dei loro figli su Facebook, Instagram o altri portali web: lo denuncia la SonntagsZeitung, che riferisce di come sempre più spesso per proteggere i bambini debbano muoversi le autorità regionali di protezione (ARP).
La presidente dell'ARP (in tedesco KESB) di Berna Charlotte Christener parla di un "fenomeno conosciuto". Spesso il problema emerge quando fra i genitori le relazioni sono tese: il tal caso il padre o la madre esigono che vengano cancellate delle foto. Anche Patrick Fassbind, responsabile della KESB di Basilea Città, conferma che i suoi funzionari devono intervenire spesso - a volte anche con decisioni formali - affinché vengano tolte istantanee da Facebook, Instagram o Twitter.
Su internet ormai circolano - visibili per tutti - centinaia di migliaia di immagini di bambini, alcune delle quali scattate in momenti sfavorevoli per gli interessati. Si possono vedere bambini addormentati, bambini con la faccia macchiata dopo aver mangiato, bambini urlanti e bambini mezzo nudi in accappatoio.
L'organizzazione tedesca Deutsche Kinderhilfswerk ha indagato sui motivi che spingono i genitori a mettere così in piazza i loro pargoli. Risultato: sono fieri di loro e vogliono raccogliere quanta più approvazioni (like) possibile per i loro profili nei media sociali. Il fenomeno ha ormai anche un nome: sharenting, fusione fra parenting (educazione) e sharing (condivisione).
«Il sistema dei 'mi piace' favorisce una violazione sempre più profonda della sfera privata dei bambini», scrivono in un contributo per la rivista giuridica Jusletter, di cui riferisce la SonntagsZeitung, le esperte Sandra Husi-Stämpfli e Rita Jedelhauser. Infatti quasi sempre quando i genitori pubblicano foto dei loro figli violano i loro diritti personali. Le autrici giungono alla conclusione che padri e madri dovrebbero generalmente astenersi dall'inserire sul web immagini di bambini identificabili.
Finora in Svizzera vige la regola non ufficiale secondo la quale ai ragazzi viene chiesto a partire dai 14 anni se i genitori possono pubblicare le loro foto su Internet. Husi-Stämpfli e Jedelhauser auspicano che il consenso sia chiesto già a partire da sei anni.
Anche il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) sottolinea i pericoli che comporta il sharenting. La condivisione può «danneggiare la reputazione dei bambini», afferma l'ultimo rapporto "Children in the digital world". In una successiva fase della vita le immagini possono infatti rappresentare un problema per gli interessati, per esempio nella ricerca dell'impiego. Vi sono inoltre spesso notizie di pedofili che abusano di foto di bambini che circolano in rete.