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GRIGIONICaccia speciale, parola ai cittadini

09.05.19 - 08:16
Il 19 maggio sarà in votazione l'iniziativa sull'abolizione. La proposta chiede che i piani di abbattimento annuali vengano realizzati integralmente durante la caccia ordinaria
Tipress (archivio)
Nel concreto, l'iniziativa propone di aumentare le giornate di caccia alta da 21 a 25 tra settembre e ottobre.
Nel concreto, l'iniziativa propone di aumentare le giornate di caccia alta da 21 a 25 tra settembre e ottobre.
Caccia speciale, parola ai cittadini
Il 19 maggio sarà in votazione l'iniziativa sull'abolizione. La proposta chiede che i piani di abbattimento annuali vengano realizzati integralmente durante la caccia ordinaria

COIRA - Il 19 maggio i cittadini del cantone retico sono chiamati a votare sull'iniziativa per l'abolizione della caccia speciale, respinta dal Gran Consiglio grigionese su invito del Governo nell'ultima sessione del 2018. La proposta chiede che i piani di abbattimento annuali vengano realizzati integralmente durante la caccia ordinaria rinunciando alle giornate di caccia speciale.

In particolare, si propone di aumentare le giornate di caccia alta da 21 a 25 tra settembre e ottobre, rinunciando alle giornate di caccia speciale nei mesi di novembre e dicembre.

Governo contrario - Nel suo messaggio di agosto 2018 a indirizzo del Parlamento il governo esprimeva forti dubbi sul fatto che quattro giornate aggiuntive e un'estensione della caccia alta a ottobre possano aiutare a realizzare i piani di abbattimento annuali poiché, per via delle condizioni climatiche favorevoli, molti cervi migrano nei Grigioni dai cantoni e dai paesi confinanti solo in tardo autunno.

La caccia speciale serve a ridurre il numero di cervi e caprioli al fine di evitare la moria invernale, i danni al bosco e alle coltivazioni agricole, ricordava il Governo. Se l'iniziativa fosse accolta, la regolazione degli effettivi di ungulati affinché la selvaggina rimanente abbia a disposizione spazi vitali sufficienti diventerebbe un problema: si arriverebbe a morie invernali nonché a un aumento dei danni causati dalla selvaggina a boschi e colture agricole. Il rinnovamento boschivo, particolarmente importante nelle aree montane, dove boschi e foreste hanno una funzione protettiva contro valanghe, cadute di rocce e smottamenti, sarebbe minacciato.

Di conseguenza, aggiungeva il governo, il Cantone dovrebbe svolgere cosiddette "cacce a regia" per adempiere i piani di abbattimento, imponendo gli obiettivi di caccia tramite gli organi di vigilanza ed eventualmente incaricando i cacciatori, prassi che sarebbe in contrasto con la tradizione della libera caccia grigionese da oltre 100 anni.

Una storia lunga trent'anni - Già nel 1993, un anno dopo la sua creazione, l'associazione grigionese della protezione della caccia e della natura tentò un'iniziativa per l'abolizione della caccia speciale, che fu però dichiarata nulla dal Gran Consiglio.

L'iniziativa che sarà votata il 19 maggio, promossa da cacciatori e animalisti, fu presentata, e dichiarata valida, nel 2013 con 10'229 firme a fronte delle 3000 necessarie. Il 9 febbraio 2015 tuttavia, seguendo le indicazioni del Governo cantonale, il Gran Consiglio la dichiarò nulla in quanto in contrasto con il diritto federale (79 voti a 36).

Gli iniziativisti ricorsero al Tribunale amministrativo cantonale, il quale respinse il ricorso e confermò la decisione del Parlamento. I promotori non si diedero per vinti e si rivolsero ai giudici di Losanna, i quali l'8 novembre 2017 sentenziarono che l'iniziativa non viola il diritto federale e il Gran consiglio retico aveva quindi sbagliato a dichiararla nulla.

Il dossier torna così sui banchi dei deputati grigionesi, che su invito del Governo respingono l'iniziativa il 4 dicembre 2018 con 96 voti contrari, un favorevole e 13 astensioni. Il 19 maggio l'ultima parola spetta ai cittadini.

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