La Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia ha confermato il proprio sostegno alla revisione in votazione il prossimo 19 maggio
BERNA - La cooperazione con l'Ue nell'ambito dell'accordo Schengen ha consentito alla Svizzera di arrestare 600 persone nel 2017 e di vietare l'ingresso sul suo territorio ad altre 7000. La Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) cita oggi queste cifre in appoggio alla sua decisione di raccomandare il sì alla revisione della legge sulle armi sottoposta al popolo il 19 maggio.
Un no alla revisione, che costituisce un adattamento della legge svizzera al diritto europeo, rischia infatti di metter fine alla partecipazione elvetica allo spazio Schengen, rileva la Conferenza in una nota.
La Svizzera perderebbe allora l'accesso al SIS, il sistema d'informazione Schengen, una banca dati che permette di effettuare ricerche a livello europeo. Ora, rileva la CDDGP, la criminalità organizzata, la cibercriminalità e il terrorismo possono essere combattuti in modo efficace solo tramite la cooperazione internazionale.
Nel solo 2017 le polizie elvetiche hanno ottenuto 15'000 risultati di ricerca grazie al SIS. Senza questa banca dati, sostiene la Conferenza, la Svizzera diventerebbe il solo paese europeo in cui sarebbe impossibile determinare la presenza di persone ricercate a livello internazionale. Ciò ne farebbe senza dubbio un luogo di residenza attraente per questa gente, sottolineano i direttori cantonali.
Un no alla revisione della legge sulle armi - afferma - comporterebbe anche l'abrogazione della Convenzione di Dublino, che impedisce ai richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta in un paese europeo di presentare una nuova domanda in Svizzera.
La convenzione consente alla Svizzera di trasferire queste persone verso lo Stato di primo asilo. Se tale soluzione non potesse più essere applicata, la Svizzera diventerà la sola alternativa per tutti i richiedenti bocciati nell'Ue, rileva la Conferenza.
A suo avviso, le disposizioni previste dalla nuova legge per i proprietari di armi semiautomatiche non presentano alcun inconveniente suscettibile di giustificare un ritiro dagli accordi di Schengen e Dublino.
La CDDGP appoggia per tutte queste ragioni la "decisione chiara" presa a fine marzo dalla Conferenza dei governi cantonali di sostenere la nuova legge sulle armi.