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SOLETTASocialisti solettesi: dopo gli attacchi arrivano i messaggi d'odio

29.04.19 - 21:24
Il Leitmotiv: "È il conto da pagare". Stojanovic: «Simili azioni di piromani non vanno prese alla leggera: c'è chi è pronto a tutto»
Socialisti solettesi: dopo gli attacchi arrivano i messaggi d'odio
Il Leitmotiv: "È il conto da pagare". Stojanovic: «Simili azioni di piromani non vanno prese alla leggera: c'è chi è pronto a tutto»

SOLETTA - Come reso noto domenica dalla sezione locale del Partito socialista, sabato sera a Soletta ignoti hanno fatto saltare con dei petardi e dato alle fiamme le cassette della posta di tre suoi esponenti: la presidente Franziska Roth, la presidente cantonale dei Giovani socialisti Lara Frey e il presidente della sezione Solothurn-Lebern, Philipp Jenny.

Un attacco «sistematico e mirato» volto a «intimidire» i «politici di sinistra», denuncia Lara Frey, sentita da 20 Minuten. «Una nuova dimensione per la Svizzera», chiosa Franziska Roth, che sospetta che l’azione sia legata alle incombenti manifestazioni del 1° maggio. Lunedì, le due hanno lasciato la propria abitazione guardandosi attorno con più circospezione del solito, ma questo non è stato l’unico risvolto per loro. Da domenica hanno infatti ricevuto «numerose» email con messaggi d’odio. Il comun denominatore: “Questi attacchi sono il conto da pagare per la vostra politica”. Sulla stessa linea è l’esponente dei Giovani Udc zurighesi Camille Lothe che, su Twitter, commenta: «E gli attacchi ai commerci e alle banche il 1° maggio invece vanno benissimo naturalmente?». Nessuna giustificazione degli attacchi di Soletta, assicura, ma una critica alla presunta timidezza dei «partiti di sinistra» nel «condannare» i danneggiamenti ad opera degli estremisti di sinistra.

Il politologo Nenad Stojanovic auspica che i responsabili siano assicurati alla giustizia e mette in guardia dal banalizzare azioni piromani come quelle di Soletta: «Indipendentemente dall’ideologia, è inaccettabile e inusuale per la Svizzera - sottolinea -. Non può accadere che la gente abbia paura a essere attiva in politica». Il ricercatore ricorda l’attentato di Anders Breivik che, nel 2011 in Norvegia, uccise 77 giovani socialisti: «Ci sono nemici della democrazia che sono capaci di tutto - afferma -. Nemmeno questi attacchi piromani andrebbero presi alla leggera».  

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