Si potrebbero ridurre gli sprechi della metà, secondo uno studio pubblicato oggi dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM).
BERNA - Non siamo proprio un popolo che tende al risparmio, almeno in fatto di rifiuti alimentari. Stando ad uno studio realizzato dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) volto a far chiarezza sugli sprechi alimentari nelle nostre case, si rileva che quasi la metà dei rifiuti alimentari finisce nella spazzatura.
In sostanze ogni anno nelle nostre cucine viene prodotto all’incirca un milione di tonnellate di rifiuti alimentari. Quasi la metà (480 000 tonnellate) finisce nella spazzatura e viene incenerita. Circa 170 000 tonnellate sono raccolte e utilizzate come concimi ottenuti dal riciclaggio o come biogas. Le restanti 350 000 tonnellate circa sono usate per il compostaggio o come alimenti per animali. Lo studio fa notare che quasi la metà delle perdite alimentari complessive potrebbe essere evitata, il che corrisponde a circa 60 Kg di rifiuti alimentari all’anno pro capite.
Perchè sprechiamo così tanto? Principalmente per due motivi: innanzitutto perchè le persone «non riconoscono i rifiuti in quanto tali e sono poco sensibili al valore delle derrate alimentari». Inoltre, stando allo studio, «vi è una mancanza di conoscenze sulla durata e sulla conservazione degli alimenti, come pure di idee sull’utilizzo degli avanzi».
Nel 2015 la Svizzera ha adottato, insieme a oltre 190 Stati, l’Agenda 2030 dell’ONU per uno sviluppo sostenibile. Così facendo si è impegnata a ridurre della metà i rifiuti alimentari pro capite entro il 2030 a livello del commercio al dettaglio e dei consumatori. Dovranno inoltre essere ridotte le perdite di generi alimentari che si verificano lungo la catena di produzione e di distribuzione. A marzo 2019 il Consiglio federale è stato incaricato dal Parlamento di elaborare un piano d’azione contro lo spreco alimentare.