Cerca e trova immobili

SVIZZERATerrorismo, mafia e truffe nel 2018 della fedpol

25.04.19 - 10:55
Nel rapporto il Ticino è citato due volte: per un caso di criminalità economica e uno riguardante esponenti di un'organizzazione criminale
Keystone - foto d'archivio
Terrorismo, mafia e truffe nel 2018 della fedpol
Nel rapporto il Ticino è citato due volte: per un caso di criminalità economica e uno riguardante esponenti di un'organizzazione criminale

BERNA - La lotta contro il terrorismo è stata al centro dell'attività dell'Ufficio federale di polizia (fedpol) anche l'anno scorso. L'identificazione di individui radicalizzati rimane difficile e l'uso di Internet pone nuove sfide alle autorità, ammette fedpol. Nel rapporto 2018, che illustra l'attività della polizia federale attraverso alcuni esempi di inchieste, il Ticino è citato due volte: per un caso di criminalità economica e uno riguardante esponenti di un'organizzazione criminale.

L'attentatore di Strasburgo - L'autore degli attentati di Strasburgo dello scorso dicembre era già noto alla polizia svizzera, ma per reati penali. Il suo percorso personale «rispecchia quello intrapreso da numerose persone radicalizzate e solleva un problema con cui devono confrontarsi le autorità di tutti i Paesi: quali sono i fattori scatenanti della radicalizzazione? Come individuare tempestivamente un soggetto che si sta radicalizzando? Quali misure adottare per fermare la persona e tentarne il recupero?», scrive fedpol.

I fattori che scatenano la radicalizzazione sono difficili da determinare, anche se la Svizzera ha messo a disposizione delle autorità cantonali e federali una serie di strumenti. La legge sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo è in corso di elaborazione, e dovrebbe essere sottoposta al Parlamento nel corso di quest'anno.

Un centinaio di jihadisti "svizzeri" - Ogni caso è unico, ma per trovare le risposte, la polizia federale ha analizzato il profilo delle persone che hanno lasciato la Svizzera per partecipare alla jihad. Secondo i dati dei servizi segreti federali, ce ne sono poco meno di un centinaio. L'età media dei jihadisti partiti verso una zona di guerra tra il 2012 e il 2018 è di 32 anni, circa un quarto si è convertito all'islam mentre gli altri sono musulmani sin dalla nascita. Per quanto riguarda la nazionalità, una metà sono svizzeri e l'altra ha doppio passaporto. Almeno un terzo dei casi analizzati ha un passato criminale (reati patrimoniali, reati sessuali, stupefacenti o reati violenti).

La polizia federale ha ordinato cinque espulsioni l'anno scorso (13 nel 2017), di cui due non hanno potuto essere attuate perché riguardano persone minacciate di tortura o morte nel loro paese. Ha inoltre emesso 106 divieti d'ingresso, di cui 78 per attività legate al terrorismo.

Lotta alle mafie - Per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata, ormai ben presente anche in Svizzera, la fedpol ha adottato un approccio globale, che si basa sulla cooperazione internazionale e la prevenzione. Per illustrare il suo operato, la polizia federale ha scelto il caso di una vasta organizzazione criminale che truffava il fisco italiano, gestita da due fratelli trasferitisi in Ticino. Grazie alla collaborazione con la Guardia di Finanza, i due sono stati arrestati il 22 settembre scorso e estradati pochi giorni dopo in Italia.

Corruzione e denaro pubblico - Fedpol organizza anche corsi di prevenzione per evitare l'infiltrazione di organizzazioni criminali in strutture statali, come quelle che si occupano di appalti pubblici. La corruzione «è un reato che non fa vittime, a parte tutti coloro che pagano le tasse», spiega il rapporto: comporta infatti uno spreco di denaro pubblico, costituisce un freno all'innovazione e mina la fiducia nello Stato e nelle istituzioni.

Due truffatori baltici in Ticino - Le autorità di perseguimento penale svizzere ed estere dispongono della rete CARIN (Camden Asset Recovery Inter-Agency Network) per individuare i proventi di reati economici nascosti in altri paesi ed evitare così che i responsabili la facciano franca. È grazie a questo canale e alla collaborazione di diversi uffici del registro fondiario nel Sottoceneri, che fedpol è riuscita ad individuare due truffatori baltici che si erano stabiliti in Ticino.

Nel rapporto di fedpol vengono descritti altri casi che riguardano la tratta di essere umani, le truffe in internet, la preparazioni e esplosivi o il denaro falso. Il valore delle banconote contraffatte scoperte in Svizzera è rimasto stabile fra il 2006 e il 2018 a circa 4-5 milioni. Di questi solo mezzo milione sono franchi falsi perché le banconote svizzere sono più difficili da falsificare e il "mercato" per il denaro elvetico è di dimensioni ridotte, precisa il rapporto.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE