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SAN GALLOCercasi collaboratore «confederato che mangia maiale»

19.04.19 - 06:00
L’offerta di lavoro di una società di trasporti ha fatto discutere per la sua natura discriminatoria. Ma l’azienda si difende
Keystone - foto d'archivio
Cercasi collaboratore «confederato che mangia maiale»
L’offerta di lavoro di una società di trasporti ha fatto discutere per la sua natura discriminatoria. Ma l’azienda si difende

WIL - «Cerchiamo un autista di camion nella regione di Wil, confederato, con un ottimo spirito di squadra». È l’offerta di lavoro della Schärer Transport AG, con sede a Rossrüti. Nell’annuncio si legge ancora: «Quale azienda familiare, viene attribuita molta importanza alle buone relazioni tra i collaboratori. A fine giornata ci piace ritrovarci e gustare insieme un po’ di carne di maiale o un cervelat».

Il testo dell’offerta d’impiego, come riferisce il St. Galler Tagblatt, non è piaciuto al socialista Bujar Zenuni, presidente del progetto “PS migranti” del canton San Gallo. «Mi sembra chiaro che questa azienda non vuole assumere persone con un passato migratorio - ha scritto su Facebook -. Non è la prima volta che vengono pubblicate offerte di lavoro discriminatorie. Ma questo è probabilmente il primo annuncio che menziona esplicitamente cosa mangiare dopo il lavoro, inviando un chiaro segnale a ebrei, musulmani e anche vegetariani». Nel suo post il socialista si è rivolto direttamente alla Schärer Transport AG chiedendo delle scuse pubbliche.

Ma l’azienda rimanda al mittente l’accusa di razzismo. Il termine “confederato” (“Eidgenossen”) è stato utilizzato «in modo totalmente ironico», «non deve essere preso troppo sul serio». E per quanto riguarda maiale e cervelat, «sono semplici esempi di alcuni dei piatti particolarmente apprezzati dai dipendenti della società».

Alma Wiecken, responsabile della Commissione federale contro il razzismo (CFR), non ritiene però che il caso sia da prendere così alla leggera. E definisce «problematico» il contenuto dell’annuncio di lavoro. «Parlare di “confederato”, “maiale e cervelas” vuol dire escludere necessariamente alcune tipologie di persone», ha aggiunto. Chiunque si sentisse discriminato potrebbe quindi presentare un reclamo, anche se la stessa Commissione riconosce che «intraprendere un’azione legale contro un’offerta d’impiego discriminatoria è davvero difficile».

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