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SVIZZERAGinevra vuole che la Svizzera aiuti Julian Assange

14.04.19 - 22:34
Mentre c'è chi prende posizione nel nostro paese, si è pronunciato anche il presidente dell'Ecuador: «Ha usato la nostra ambasciata per fare spionaggio»
Keystone
Ginevra vuole che la Svizzera aiuti Julian Assange
Mentre c'è chi prende posizione nel nostro paese, si è pronunciato anche il presidente dell'Ecuador: «Ha usato la nostra ambasciata per fare spionaggio»

GINEVRA - Nelle stesse ore in cui giovedì Julian Assange veniva arrestato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, un documento richiedente la sua protezione da parte della Svizzera è giunto nei più alti uffici di Berna. A inviare la missiva è stato il Parlamento della città di Ginevra. Lo riporta il SonntagsZeitung.

La risoluzione promossa da Eric Bertinat (UDC) - supportata da buona parte della sinistra - è stata approvata il 5 febbraio scorso. Al Consiglio federale viene chiesto di aiutare il giornalista australiano in nome di una politica a favore dei difensori dei diritti dell’uomo, «per salvaguardare la sua vita e la sua integrità fisica».

Eric Bertinat ha spiegato che Assange è «una persona atipica, la si ama o non la si ama, ma, cosa più importante, ci mette davanti a nuove tematiche fondamentali. Crea discussione». E ancora: «Non sa neppure di cosa è accusato, e tutto si svolge sotto la grande pressione degli Stati Uniti. C’è una folta comunità che sta con lui che si aspetta molto. La Svizzera è nella posizione di agire».

Non è la prima volta che un esponente UDC si muove in favore di Assange. Nel 2017 il vallesano Jean-Luc Addor aveva chiesto che la Svizzera desse asilo al giornalista. La risposta era stata negativa, perché il fondatore di WikiLeaks «non è un difensore dei diritti umani».

I comunisti ticinesi scrivono a Cassis - Julian Assange è «ingiustamente perseguitato per aver rivelato numerose atrocità nell’ambito della politica interventista statunitense». Ne è convinto il partito comunista ticinese, che ha inoltrato una lettera al Consiglio federale, rivolgendosi direttamente a Ignazio Cassis. «Chiediamo con la presente al governo del nostro Paese, tramite i servizi del suo Dipartimento, di presentare una nota di protesta al governo di Washington e che, nel rispetto della tradizione umanitaria, democratica e neutrale della Confederazione, venga concesso asilo politico al dissidente Julian Assange». Per i comunisti, «ciò rientrerebbe pure nel mero interesse nazionale della Svizzera, in quanto si otterrebbero informazioni necessarie per capire come uno dei nostri attuali partner, gli USA appunto, risulti del tutto inaffidabile e dannoso per il protagonismo del nostro Paese nell’ambito del mondo multipolare che si sta configurando».

Moreno: «Ha usato la nostra ambasciata per fare spionaggio» - Mentre il padre di Julian Assange ha chiesto di poter rimpatriare suo figlio, si è pronunciato il presidente dell'Ecuador. «Assange ha ripetutamente violato le condizioni dell'asilo e ha cercato di usare l'ambasciata ecuadoriana a Londra come un centro di spionaggio», così Lenín Moreno, in un'intervista al Guardian, la prima concessa a un media in inglese da quando il fondatore di Wikileaks è stato espulso.

Moreno ha negato di aver agito per rappresaglia per il modo in cui erano stati fatti trapelare documenti che riguardano la sua famiglia e ha detto di essere dispiaciuto che Assange abbia usato l'ambasciata per interferire nelle democrazie di altri Paesi.

«Qualsiasi tentativo di destabilizzare è un atto riprovevole per l'Ecuador perché siamo una nazione sovrana e rispettosa della politica di ogni Paese», ha detto Moreno. «È un peccato che, dal nostro territorio e con il permesso delle autorità del precedente governo, siano state fornite strutture all'interno dell'ambasciata ecuadoriana a Londra per interferire nei processi di altri Stati», ha aggiunto. «La nostra decisione non è arbitraria, ma si basa sulle leggi internazionali».

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