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SVIZZERAQuasi 100 casi di morbillo nei primi tre mesi del 2019

01.04.19 - 11:03
Solo in marzo la Confederazione ha ricevuto 55 segnalazioni. Da gennaio sono ben 97
Depositphotos - foto d'archivio
Quasi 100 casi di morbillo nei primi tre mesi del 2019
Solo in marzo la Confederazione ha ricevuto 55 segnalazioni. Da gennaio sono ben 97

BERNA - I casi di morbillo continuano ad aumentare in Svizzera: dall'inizio dell'anno all'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ne sono stati segnalati un centinaio. A causa della comparsa dei recenti focolai la Confederazione oltre alla vaccinazione ritiene necessarie altre misure.

Secondo il bollettino settimanale dell'UFSP dall'inizio di gennaio i casi registrati sono stati 97, contro i 15 nello stesso arco di tempo del 2018.

Affinché il morbillo possa essere eliminato in Svizzera dovrebbero essere sottoposti a due dosi di vaccino il 95% dei bambini e tutti coloro nati dopo il 1963. Tale obiettivo non è ancora raggiunto. Secondo l'UFSP le recenti epidemie in Svizzera, soprattutto nei cantoni di Neuchâtel e Berna, dimostrano che oltre alla vaccinazione sono necessarie altre disposizioni per evitare l'espandersi di questa malattia altamente contagiosa.

Secondo l'UFSP ciò comprende per esempio l'identificazione di persone sospette di contagio, l'esclusione di bambini negli asili e di ragazzi nelle scuole che non sono vaccinati, la vaccinazione di persone a contatto con i malati come anche una vaccinazione post esposizione.

Secondo l'ultimo rapporto dell'UFSP sulla situazione, pubblicato a inizio marzo, quest'anno sono noti finora diversi focolai. A Ginevra tra il 12 gennaio e il 5 febbraio vi sono stati cinque casi che hanno interessato una madre e il figlio piccolo e tre dipendenti di un hotel. Il primo impiegato dell'hotel è stato contagiato da un cliente proveniente dal territorio francese al confine con Ginevra.

Nella regione di San Gallo e Zurigo vi è stato un focolaio con sei casi tra il 27 gennaio e il 21 febbraio. Infettatosi nelle Filippine il primo malato ha contagiato durante il volo di ritorno in Svizzera altre due persone e poi trasmesso l'infezione al fratello e a un sanitario. Anche il fratello ha poi contagiato una persona del servizio sanitario.

I passeggeri del volo interessato sono stati informati dall'UFSP di essere stati esposti a bordo al virus del morbillo. Sono stati forniti loro chiarimenti sulla malattia, le possibili conseguenze e anche sulla vaccinazione. È stato inoltre loro raccomandato di consultare immediatamente un medico qualora la malattia si fosse dichiarata e di evitare l'entrata in contatto con bambini e donne incinte. Inoltre alle persone non protette è stato raccomandato di vaccinarsi o di completare il programma di vaccinazione.

L'UFSP ha pure invitato i passeggeri del volo in questione a comunicargli se sono vaccinati o no contro il morbillo e ha chiesto loro di indicare il loro cantone di residenza.

Il più grande focolaio di morbillo finora noto è scoppiato in febbraio nei cantoni di Neuchâtel e Berna dove secondo l'UFSP sono stati registrati 25 casi: otto nel primo e 17 nel secondo. Fino a metà marzo al medico cantonale bernese erano noti 40 casi di morbillo. Circa 50 scolari non hanno più potuto frequentare le lezioni. I primi due casi si sono presentati quasi contemporaneamente nello stesso comune neocastellano senza che la fonte fosse identificata. Uno di questi ha portato il morbillo in una scuola privata di Bienne.

Nel mese di marzo vi sono stati due casi di morbillo tra gli studenti all'Università di Zurigo: 25'000 studenti e tutti i 9000 dipendenti sono stati informati per mail. Sempre via posta elettronica è stato loro raccomandato di vaccinarsi contro il virus altamente contagioso.

Il morbillo ha un'incubazione fino a tre settimane. La malattia si manifesta inizialmente con sintomi simili a quelli di un'influenza, senza eruzione, ma è già molto contagiosa. La tipica eruzione cutanea si presenta quattro giorni più tardi.

Il morbillo, nel 10% dei casi porta a diverse e a volte serie complicazioni, come polmoniti e infezioni cerebrali.

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