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BERNADue milioni al Ceo di un'azienda cantonale, monta la polemica

29.03.19 - 10:46
Nel mirino delle critiche c'è Suzanne Thoma, alla testa dell'azienda elettrica BKW. Per il professore di diritto pubblico Markus Müller, uno stipendio decisamente esagerato
Keystone (archivio)
Suzanne Thoma gestisce fra l'altro anche la centrale nucleare di Mühleberg
Suzanne Thoma gestisce fra l'altro anche la centrale nucleare di Mühleberg
Due milioni al Ceo di un'azienda cantonale, monta la polemica
Nel mirino delle critiche c'è Suzanne Thoma, alla testa dell'azienda elettrica BKW. Per il professore di diritto pubblico Markus Müller, uno stipendio decisamente esagerato

BERNA - Monta la polemica nel canton Berna dopo che è emerso come la Ceo di BKW, alla testa dell'azienda elettrica controllata dal cantone, abbia guadagnato 2 milioni di franchi nel 2018: non vi è alcuna giustificazione, afferma il professore di diritto pubblico Markus Müller.

«La presidente della direzione di una azienda statale è organizzativamente nient'altro che la numero uno di un'unità amministrativa», sostiene Müller in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano Der Bund. «Uno stipendio speciale non si giustifica quindi in alcun modo».

Avvenuta la settimana scorsa, la pubblicazione del rapporto d'esercizio 2018 di BKW - azienda che gestisce fra l'altro la centrale nucleare di Mühleberg (BE), che tanto fa discutere - ha provocato accese controversie per il compenso riservato alla Ceo Suzanne Thoma: 2,0 milioni di franchi, una cifra esplosa (+54%) rispetto ai 1,3 milioni dell'anno precedente. Da anni la società controllata per il 52,54% dal canton Berna cresce con una energica politica di acquisizioni di ditte più piccole che, fra l'altro, non ha raccolto solo consensi.

Thoma ha sostenuto che BKW non è un'azienda statale, ma Müller la smentisce. «Spiego sempre ai miei studenti che il mantello giuridico privato di un'impresa non significa automaticamente che la ditta sia privata», afferma il professore di diritto pubblico e amministrativo all'università di Berna. Lo stato può organizzarsi come crede, anche ricorrendo a società anonime (SA). «Decisivo per la classificazione quale azienda statale è sapere se lo Stato ha una partecipazione maggioritaria e quindi controlla la struttura». Nel caso della BKW il Gran consiglio ha ancorato nella legge la partecipazione maggioritaria del cantone.

Confine labile tra statale e privato - «La BKW non è un'azienda privata, è una impresa pubblica con un mantello giuridico privato e a questo proposito il fatto che non sia prevista nella legge una garanzia di deficit non cambia nulla». Il problema secondo Müller si pone anche con altre realtà della Confederazione e di altri cantoni che sono state trasformate in SA. «Questo fa sì che molti non sanno più bene dove sia il confine fra il privato e lo statale: dà da pensare quando persino nel mondo politico e ai vertici delle aziende non si vedono più questi limiti".

Il fatto che Thoma, alla testa di BKW, sia responsabile di oltre 7000 dipendenti secondo Müller non è un argomento che tiene: «i membri del governo non hanno anche loro una responsabilità per i posti di lavoro e molto altro ancora?», si chiede. A suo avviso «non può essere che un consigliere di Stato abbia un salario che è solo una frazione di un suo quadro amministrativo».

Il giurista fa presente l'esempio del celebre chirurgo Thierry Carrel, che lavora all'Inselspital di Berna e che in un'intervista ha detto di ricevere un compenso di circa mezzo milione di franchi. «Per me questa cifra è una specie di punto di riferimento. Se un chirurgo così celebre e con tale responsabilità incassa quella cifra, perché qualcun altro dovrebbe guadagnare di più?».

Secondo Müller «gli stipendi esagerati mettono in pericolo la coesione della nostra società: lo sappiamo e lo percepiamo da tempo». «E chi, se non lo stato, dovrebbe agire in senso contrario rispetto a queste tendenze, dando l'esempio?».

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