Nel 2018 due ragazze scandinave sono state brutalmente uccise in Marocco, e la polizia aveva fermato anche due svizzeri. Da un sondaggio emerge il pensiero dei cittadini
BERNA - Negli ultimi tempi, da più fronti, si assiste ad una volontà di inasprire le pene per reati gravi in Svizzera, ma non solo.
Riferendosi ad un caso di attualità (quello delle due ragazze scandinave decapitate in Marocco nel 2018, dove la polizia aveva arrestato anche due cittadini con passaporto svizzero) un sondaggio pubblicato dalla “Schweiz am Wochenende” ha mostrato come ben il 40% degli intervistati sia favorevole alla pena di morte per questo specifico caso.
L’istituto di ricerca marketagent.com, che ha condotto il sondaggio, ha intervistato 1’000 persone di età compresa tra i 14 e i 65 anni. Ad essere favorevoli alla pena di morte è stato il 45% di uomini e il 34% delle donne. Inoltre, stando sempre al sondaggio, per il 36% degli intervistati la pena di morte andrebbe utilizzata per tutti i terroristi che uccidono, non solo dunque per i due cittadini svizzeri.
Catastrofi in tempo reale provenienti da tutto il mondo e frequenti informazioni riguardo i crimini brutali: è questo uno dei motivi presi in considerazione dal professore di diritto tedesco Franz Streng per spiegare l’aumento della richiesta di pena di morte. «Tutti questi fatti innescano empatia per le vittime e rabbia, con conseguente desiderio di punizione, nei confronti degli autori».