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SVIZZERACinquant'anni fa il primo attentato terroristico in Svizzera

17.02.19 - 09:08
Il 18 febbraio 1969 un commando del Fronte popolare di liberazione della Palestina attaccò un aereo di El Al che stava decollando da Zurigo-Kloten
Keystone - PHOTOPRESS-ARCHIV
Cinquant'anni fa il primo attentato terroristico in Svizzera
Il 18 febbraio 1969 un commando del Fronte popolare di liberazione della Palestina attaccò un aereo di El Al che stava decollando da Zurigo-Kloten

ZURIGO - Cinquant'anni fa un commando del Fronte popolare di liberazione della Palestina (FPLP) attaccò un aereo della compagnia israeliana El Al che stava decollando da Zurigo-Kloten. Due persone morirono. Fu il primo atto terroristico a cui fu confrontata la Svizzera, seguito l'anno dopo dallo schianto di un volo Swissair a Würenlingen (AG) provocato dall'esplosione di un pacco bomba e dal dirottamento di un altro velivolo svizzero nel deserto giordano.

I vigili del fuoco dell'aeroporto stavano festeggiando il compleanno di un compagno quando scattò l'allarme, alle 17.36 del 18 febbraio 1969. Dal parcheggio N, due uomini con Kalashnikov stavano sparando contro un aereo della compagnia El Al che si apprestava a partire dalla pista 1. I pompieri intervennero subito: la polizia locale arrivò sul posto solo più tardi. All'epoca infatti non esisteva una polizia aeroportuale; fu creata solo dopo quell'episodio.

Keystone - PHOTOPRESS-ARCHIV

Secondo i piani del commando palestinese, ritrovati dagli inquirenti, non avrebbero dovuto esserci vittime: l'obiettivo era prendere possesso dell'aereo, far scendere i passeggeri e poi far saltare in aria l'apparecchio. Fra i passeggeri c'era però anche un agente dei servizi segreti israeliani: Mordechai Rachamim sparò con la sua Beretta prima fuori dal finestrino della cabina di pilotaggio, poi si calò dall'aereo attraverso l'uscita di emergenza, scavalcò la recinzione e sparò da breve distanza a uno degli assalitori, Abdel Mohsen Hassan, uccidendolo.

Davanti al Tribunale di Winterthur, Rachamim invocò la legittima difesa, anche se alcuni testimoni affermarono che Hassan era già stato disarmato. La corte lo assolse in base al principio "in dubio pro reo" e condannò a 12 anni di prigione i tre assalitori sopravvissuti, tra cui una 22enne.

In totale furono esplosi 190 proiettili, la maggior parte contro la cabina di pilotaggio dell'aereo, e furono feriti 5 membri dell'equipaggio. Il 27enne copilota e padre di famiglia Yoram Peres morì a seguito di una ferita alla milza.

Quasi esattamente un anno dopo l'attacco di Kloten, un aereo della Swissair, da poco decollato dallo stesso aeroporto e diretto a Tel Aviv, si schiantò al suolo in un bosco nei pressi di Würenlingen (AG) a seguito di un'esplosione nella stiva. Tutti i 47 occupanti morirono. Il pacco bomba, indirizzato a Gerusalemme, era stato spedito da Monaco di Baviera ed era destinato ad essere trasportato da un aereo della El Al. A causa di un notevole ritardo, finì invece sul volo Swissair 330 Kloten-Tel Aviv. I mittenti erano cittadini giordani mai tradotti in tribunale.

KeystoneWürenlingen, 21 febbraio 1970

All'inizio di settembre 1970 un commando del FPLP, in un'azione coordinata, costrinse aerei di Swissair, della britannica BOAC e dell'americana TWA ad atterrare nel deserto giordano a Zerqa e prese in ostaggio i circa 400 passeggeri. In cambio delle loro liberazione furono scarcerati i tre responsabili dell'attacco a Kloten.

In un libro pubblicato all'inizio del 2016, il giornalista della NZZ Marcel Gyr sostenne che fra la Svizzera e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) fu raggiunto nel settembre 1970 un accordo segreto tra l'allora Consigliere federale Pierre Graber e Faruq al-Qaddumi dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) che di fatto insabbiò l'inchiesta contro i presunti responsabili dell'attentato di Würenlingen. Un'ipotesi smontata da due distinte inchieste: una dello storico e direttore dei Documenti diplomatici svizzeri, Sacha Zala, e una di un Gruppo di lavoro interdipartimentale.

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