L’Iniziativa per i ghiacciai intende rivoluzionare la politica climatica svizzera. Ma potremo fare a meno della benzina?
BERNA - Le temperature record della scorsa estate hanno messo a dura prova i ghiacciai. E, mentre nelle scuole gli allievi scioperano per il clima, l’Associazione svizzera per la protezione del clima - che ruota intorno al giornalista ambientalista Marcel Hänggi - vuole mettere pressione alla politica: sabato ha lanciato la cosiddetta Iniziativa per i ghiacciai.
L’obiettivo è radicale: entro il 2050 la Svizzera non dovrebbe più emettere CO2. Combustibili fossili come il petrolio, il gas naturale e il carbone dovrebbero essere vietati. L’attuale testo dell’iniziativa, tuttavia, rimane vago su come farlo. I promotori hanno raccontato a 20 Minuti che cos’hanno in mente.
Riscaldamento a olio vietato - Una famiglia che vive in un appartamento di vecchia concezione da 100 m2 con riscaldamento a olio produce circa 5 tonnellate di CO2 all’anno: «Uno studio dimostra che gli obiettivi sul clima possono essere raggiunti sostituendo tutti gli impianti che arrivano a fine vita con impianti che non impieghino energie fossili», spiega Marcel Hänggi. La messa al bando di nuovi impianti di riscaldamento a olio sarebbe quindi auspicabile. Peter Schilliger (Plr) trova però la proposta troppo radicale: «I divieti non fanno parte del mio mondo», commenta. Già oggi, «per esempio, a Lucerna in caso di sostituzione di un impianto di riscaldamento almeno il 10% del fabbisogno energetico deve essere soddisfatto da rinnovabili». Una soluzione ragionevole ed efficace, afferma il politico.
Tassa sui voli e aerei elettrici - Un volo da Zurigo a New York produce 1,2 tonnellate di CO2 per passeggero. Gli iniziativisti puntano quindi al giro di vite: «Una tassa sui biglietti aerei è una possibilità» spiega Hänggi, che allo stesso tempo ripone le sue speranze nell’innovazione tecnologia. Il carburante sintetico potrebbe infatti contribuire alla diminuzione delle emissioni. E sulle rotte a corto raggio si potrebbero impiegare velivoli elettrici. Il liberale Schilliger è contrario: «L’introduzione di una tassa sui voli soltanto in Svizzera non ha senso. Al massimo si volerebbe dall’estero».
Addio ai motori a benzina! - In Svizzera all’incirca un terzo delle emissioni di CO2 è prodotto dal traffico. Gli iniziativisti pensano dunque alla possibilità, se necessario, di proibire i motori a combustione. «Ma secondo molti esperti, le vetture elettriche prenderanno piede da sole» afferma Hänggi. Schilliger ritiene che gli iniziativisti sottovalutino la sfida: «Se tutti quanti ci mettiamo al volante di vetture elettriche, in Svizzera il fabbisogno energetico sarà sempre maggiore. E per soddisfarlo saranno necessarie nuove tecnologie».
Stop all’olio di palma - Gli iniziativisti chiedono infine che la politica agricola svizzera sia rispettosa del clima. La protezione di quest’ultimo, però, dovrebbe essere tenuta presente anche negli accordi di libero scambio, sottolinea l’Associazione svizzera per la protezione del clima. Per esempio, con l’introduzione di clausole su prodotti come l’olio di palma. Il consigliere nazionale liberale Peter Schilliger teme però dei divieti di importazione e grossi svantaggi per la concorrenza: «La Svizzera è messa bene nel confronto con l’estero in quanto a politiche ambientali», sostiene. «Ora sta all’estero seguire», aggiunge. Per il politico, non è con misure estreme in Svizzera che si salvano i ghiacciai.