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GRIGIONIIl WEF vuole una globalizzazione che non escluda nessuno

15.01.19 - 16:51
Lo sostiene con forza il fondatore del Forum economico mondiale, Klaus Schwab
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Il WEF vuole una globalizzazione che non escluda nessuno
Lo sostiene con forza il fondatore del Forum economico mondiale, Klaus Schwab

COLOGNY - Il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR), che si svolgerà la settimana prossima, deve studiare un nuovo approccio per rendere la globalizzazione più inclusiva. Bisogna concentrarsi anche sui perdenti di questo fenomeno: è quanto emerso dall'odierna conferenza stampa di presentazione dell'evento.

«Entriamo in un periodo di profonda instabilità provocata dalla tecnologia e dal riallineamento delle forze geoeconomiche e geopolitiche», ha dichiarato Klaus Schwab, il fondatore del WEF, alla stampa riunita a Cologny (GE), dove l'organizzazione ha sede. A suo avviso, la quarta rivoluzione industriale, attualmente in corso, deve essere «incentrata sull'essere umano, sostenibile e solidale».

Questo processo deve includere le persone emarginate e dare voce ai giovani, ha proseguito Schwab. In tal senso va letta la nomina a copresidenti della 49esima edizione del WEF di sei under 30, a fianco del CEO di Microsoft Satya Nadella.

In totale, il forum accoglierà oltre 3000 partecipanti, tra cui più di 60 capi di Stato e di governo e 40 dirigenti di organizzazioni internazionali. Come da tradizione, il presidente della Confederazione Ueli Maurer pronuncerà martedì il discorso di apertura.

Al WEF prenderanno parte altri tre consiglieri federali: Ignazio Cassis, Alain Berset e Guy Parmelin. Sul posto anche i presidenti delle Camere federali, la ticinese Marina Carobbio (PS) e il vallesano Jean-René Fournier (PPD).

Tra gli ospiti internazionali hanno cancellato il loro arrivo nei Grigioni pezzi grossi come il presidente statunitense Donald Trump e quello francese Emmanuel Macron, ma i nomi di spicco saranno parecchi. Fra questi la cancelliera tedesca Angela Merkel, il neo presidente brasiliano Jair Bolsonaro e il vicepresidente cinese Wang Qishan.

Non mancheranno nemmeno il primo ministro italiano Giuseppe Conte, quello israeliano Benjamin Netanyahu, quello giapponese Shinzo Abe e quello spagnolo Pedro Sanchez. Nutrita pure la delegazione statunitense, guidata dal segretario al tesoro Steven Mnuchin e comprendente, tra gli altri, il capo della diplomazia Mike Pompeo, il segretario al commercio Wilbur Ross e il rappresentante per il commercio Robert Lighthizer. Saranno a Davos anche la numero uno del Fondo monetario internazionale (FMI) Christine Lagarde e il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

Petizione pro Amazzonia - Una petizione online chiede a Ueli Mauer di insistere sulla protezione dell'Amazzonia e dei popoli autoctoni del Brasile nell'incontro che il presidente della Confederazione avrà la settimana prossima al Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) con il suo omologo brasiliano Jair Bolsonaro. Oggi pomeriggio verso le 17 l'avevano firmata oltre 4700 persone.

«Da decenni gli svizzeri sono impegnati a proteggere le ultime grandi foreste tropicali e i popoli indigeni», rileva Andreas Freimüller, direttore di Campax, organizzazione che conduce campagne su «importanti questioni del nostro tempo», sul cui sito si può firmare la petizione. Questa sarà consegnata a Maurer nella località grigionese, dove il WEF è in programma dal 22 al 25 gennaio.

Bolsonaro vuole sfruttare le risorse naturali di una gigantesta riserva indigena in Amazzonia, al confine tra Venezuela e Guyana.

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