Le temperature registrate nel 2018 potrebbero avere conseguenze politiche. Il Barometro delle speranze rileva una forte preoccupazione per l’ambiente
ZURIGO - Divieti di accendere fuochi all’aperto, contadini confrontati con carenza d’acqua e morie di pesci in fiumi troppo caldi: la scorsa estate la Svizzera ha dovuto fare i conti con temperature superiori alla media. E non solo: anche la stagione autunnale era più calda del solito. Ora l’ambiente è la principale preoccupazione dei cittadini. Lo rivela il Barometro delle speranze di Swissfuture: il 60% degli interpellati si dice infatti preoccupato per l’ambiente e il clima. «Dalla scottatura alla carenza d’acqua, le conseguenze del grande caldo le ha potute constatare chiunque. Mentre lo scioglimento dei ghiacciai spesso si apprende soltanto dai giornali» spiega l’autore dello studio Andreas Krafft.
Certo, il Barometro delle speranze mostra la preoccupazione degli svizzeri per la questione ambientale. Ma se per il 32,9% degli interpellati è importante agire, soltanto l’11,8% si dice disposto a prendere parte ad attività concrete in difesa dell’ambiente, quali - per esempio - manifestazioni.
Elezioni all'insegna del clima - Secondo il ricercatore, i Verdi e i Verdi liberali potrebbero comunque approfittare della maggiore consapevolezza dei cittadini per i temi ambientali. Anche Regula Rytz, presidente dei Verdi, spera in un rafforzamento delle forze ecologiche. E il 2019 lo dichiara l’anno delle elezioni all’insegna del clima. «Soltanto con più Verdi in Parlamento possiamo impedire al PLR di boicottare la protezione dell’ambiente nel nostro paese» afferma, alludendo al recente fallimento al Nazionale della revisione totale della legge sul CO2.
Bando all'energia fossile - E in vista delle “elezioni ambientali” i Verdi hanno già elaborato un loro programma che prevede l’abbandono dell’energia fossile entro il 2050, una piazza finanziaria neutrale dal punto di vista climatico e la tassazione di chi vola spesso. Secondo l’ultima indagine Univox dell’istituto GFS di Zurigo, perlomeno il primo punto troverebbe il consenso dei cittadini: il 58% degli interpellati ritiene infatti che nei prossimi vent’anni la Svizzera debba rinunciare ai combustibili fossili.
«Ecologisti sottorappresentati» - «A differenza del Parlamento, al popolo risulta chiaro che è finalmente necessario mettere in atto delle misure a protezione del clima» afferma Tiana Angelina Moser dei Verdi liberali. E il Barometro delle speranze confermerebbe, a suo dire, che nel Legislativo nazionale i partiti ecologisti sono sottorappresentati. «Ci vuole una manovra correttiva. E questa è possibile soltanto in accordo con l’economia. Gli slogan senza un riferimento alla realtà non portano a nulla».
Un effetto di breve durata? - I partiti ecologisti sono sicuramente partiti in pole position, secondo il politologo Sandro Lüscher. «Il grande caldo del 2018 con le sue devastanti conseguenze sull’uomo e sull’ambiente ha portato a una riflessione critica sul nostro comportamento ambientale». Ma sottolinea che nell’opinione pubblica gli eventi estremi hanno una durata di vita piuttosto breve. «Si pensi per esempio all’incidente nucleare di Fukushima, che un po’ ovunque ha dato una spinta ai partiti verdi. Ma questo effetto è poi rapidamente svanito».