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SVIZZERA«La giustizia svizzera non è "coccolosa"»

11.12.18 - 15:29
Per il presidente dell'Associazione svizzera dei magistrati è la politica, ma non la popolazione, a volere un inasprimento delle pene
Ti Press
«La giustizia svizzera non è "coccolosa"»
Per il presidente dell'Associazione svizzera dei magistrati è la politica, ma non la popolazione, a volere un inasprimento delle pene

BERNA - La giustizia penale in Svizzera non è all'acqua di rose e a chiedere un inasprimento delle pene sono più i politici che la popolazione: ne è convinto il presidente dell'Associazione svizzera dei magistrati (ASM) Patrick Guidon.

A chi parla di Kuscheljustiz - letteralmente giustizia delle coccole, in riferimento all'asserita eccessiva clemenza dei giudici - Guidon risponde in modo categorico. «Dubito che questa impressione sia molto diffusa», afferma il presidente del Tribunale cantonale di San Gallo e professore di diritto penale in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung.

A suo avviso l'accusa arriva soprattutto dal mondo politico. «Fra giustizia e popolazione non vi è alcun fossato, lo dimostrano le ricerche scientifiche: la gente in tre casi su quattro non sentenzierebbe in modo più duro dei giudici, potendo disporre delle stesse informazioni», osserva il giurista.

Secondo Guidon la giurisprudenza elvetica è in generale equilibrata. Le discussioni vengono innescate regolarmente da drammatici casi singoli di cui si occupano in modo intensivo i media. «Questo distorce la percezione pubblica», si dice convinto l'esperto.

Una corte - argomenta lo specialista - non deve pronunciare la pena massima possibile, bensì la sanzione più giusta in relazione al singolo caso. Anche la prospettiva di una pena draconiana non ha un forte effetto deterrente: per un criminale è molto più importante la probabilità di essere acciuffato e condannato.

«L'esperienza con la legislazione sui pirati della strada ha dimostrato che sanzioni minime elevate possono portare a pene inadeguate e ingiuste», osserva il giudice. «Anche il parlamento lo ha riconosciuto e ora vuole adeguare la legge. È quindi sorprendente - puntualizza il giudice - che il Consiglio federale intenda ora fissare nuovamente pene minime molto elevate, non solo per i reati sessuali, ma anche per quelli contro il patrimonio».

Per Guidon in ultima analisi la questione è politica, anche in relazione ai reati di natura sessuale: l'ASM è dell'opinione che lo spettro di possibili pene debba essere ampio sia verso il basso che verso l'alto.

Il presidente dell'organizzazione nazionale dei giudici ritiene inoltre discutibile il fatto che il diritto penale sia diventato un'arma per far fronte a tutti i problemi. «Mi sembra che alcuni problemi siano delegati alle autorità penali perché non è possibile trovare un'altra soluzione».

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