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BERNABus passato al setaccio dalla polizia: «Mi sono sentita una criminale»

18.10.18 - 19:31
Dure critiche contro il controllo da parte degli agenti, che però si difendono: «Abbiamo spiegato tutto e nessuno dei loro dati è stato registrato ingiustamente»
Foto lettore 20 Minuten
Bus passato al setaccio dalla polizia: «Mi sono sentita una criminale»
Dure critiche contro il controllo da parte degli agenti, che però si difendono: «Abbiamo spiegato tutto e nessuno dei loro dati è stato registrato ingiustamente»

BERNA - Un controllo effettuato su un autobus a lunga percorrenza e un minibus ha consentito lo scorso weekend il ritrovamento di una persona ricercata e la denuncia, in 22 casi, della mancata dichiarazione di merci soggette a sdoganamento. Un’operazione di polizia andata quindi a buon fine per le autorità cantonali bernesi, che hanno però ricevuto diverse critiche per i metodi utilizzati.

Camilla Landbö, giornalista e musicista, ha raccontato a 20 Minuten di avere dovuto rinunciare a «più concerti per colpa della polizia». Il pullman sul quale viaggiava l’avrebbe infatti portata da Berna a Friburgo (Germania), dove avrebbe dovuto esibirsi. «Ma non ce l’ho fatta. La polizia, nel complesso, ci ha trattenuto per quasi quattro ore».

Videocamera e cane antidroga - Poco dopo l’inizio del viaggio, la polizia ha fermato il torpedone. «È salito un agente con una videocamera in mano. Ha iniziato a filmarci tutti, a riprendere i nostri volti. Nessuno ci ha informati su cosa stesse accadendo». Ai passeggeri sono stati richiesti i documenti, un cane anti-droga li ha annusati e sono state prese le impronte digitali. «Mi sono sentita una criminale» ha aggiunto irritata Landbö.

La polizia cantonale è accusata di non avere fornito le giuste informazioni ai passeggeri. «Ci hanno solo detto che stavano effettuando dei controlli». Un’affermazione contestata dal portavoce Dominik Jäggi: «Non è vero. Inoltre le impronte sono state prese unicamente per un confronto con il database, non sono state in alcun modo registrate». Camilla Landbö, però, sostiene che gli agenti abbiano fornito maggiori spiegazioni unicamente quando lei si è identificata quale giornalista.

Sulla vicenda si è espresso anche Robert Vogel, consulente legale presso SwissLegal: «Non è chiaro se l’intervento della polizia sia stato proporzionato. Per prendere le impronte gli agenti devono avere l’autorizzazione del Ministero pubblico. Inoltre, chi si trovava su quei bus e non ha commesso alcuna infrazione dovrebbe accertarsi che la sua privacy sia stata rispettata e che i suoi dati, comprese le riprese video, siano state cancellate».

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