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SVIZZERAPericolo d'esplosioni «ridotto» per il deposito di Mitholz

08.10.18 - 19:00
Secondo un'analisi del DDPS il rischio è di una piccola esplosione ogni 300 anni e una grande ogni 3000
Keystone
Pericolo d'esplosioni «ridotto» per il deposito di Mitholz
Secondo un'analisi del DDPS il rischio è di una piccola esplosione ogni 300 anni e una grande ogni 3000

BERNA - Il pericolo rappresentato dal deposito di munizioni di Mitholz, nell'Oberland bernese, parzialmente saltato in aria nel 1947, non sembra essere eccessivo: statisticamente il rischio è di una "piccola esplosione" ogni 300 anni, e di una "grossa" ogni 3000 anni. È quanto risulta dall'analisi presentata questa sera agli abitanti della regione dal Dipartimento federale della difesa (DDPS).

Lo scorso 28 giugno il ministro della difesa Guy Parmelin, presentando i risultati parziali una nuova valutazione effettuata nell'eventualità di realizzare un nuovo centro di calcolo nell'impianto di Mitholz, situato nel comune di Kandergrund (pochi chilometri a valle Kandersteg), aveva indicato che quanto rimane del deposito presenta più rischi di quanto fino ad allora supposto.

Secondo l'analisi presentata oggi, continuano a non essere necessarie misure urgenti per la popolazione. A medio e lungo termine il rischio residuo va tuttavia ridotto. Con quali provvedimenti è ancora da vedere. All'inizio di luglio è stato istituito un gruppo di lavoro per svolgere ulteriori accertamenti.

L'esplosione del '47 - L'esplosione avvenuta nella notte tra il 19 e il 20 dicembre del 1947 di parte del deposito contenente 7000 tonnellate di esplosivi - costituito da sei cavità collegate a un cunicolo munito di binari - aveva causato la morte di nove persone, il ferimento di altre sette e circa 200 senzatetto. Inoltre aveva portato nel 1948 a grandi azioni di "smaltimento" nel lago di Thun. La causa del disastro non è mai stata del tutto chiarita: la più probabile sembra essere stata la formazione di azoturo di rame in spolette di granate.

Oggi si valuta che all'interno di quanto rimane del deposito siano rimaste circa 3500 tonnellate di materiale esplosivo, tra cui bombe aeree, mine, munizioni d'artiglieria e granate a mano. In origine i singoli tipi di munizione erano ripartiti in modo più o meno uguale nelle sei cavità, ma nel 1947 la violenza dell'esplosione ha verosimilmente causato un accumulo nel cunicolo di collegamento.

Due scenari - Gli esperti ritengono che lì si trovino tuttora grosse quantità di munizioni di grosso calibro, nelle quali potrebbe prodursi una reazione di massa. E giudicano possibili due scenari: una piccola esplosione, causata da circa una tonnellata di esplosivo, e una grossa, in cui a deflagrare sarebbero circa 10 tonnellate.

La prima eventualità, secondo la loro analisi dei rischi, può verificarsi ogni 300 anni, la seconda ogni 3000. A causare le esplosioni potrebbero essere una caduta di sassi nel frastagliato interno della montagna, uno scuotimento causato da un terremoto o da lavori con esplosivi, una nuova formazione di azoturo di rame nelle spolette o un'autocombustione di granate incendiarie a base di fosforo bianco.

Per attuali depositi di munizioni con circa 10 tonnellate di esplosivo l'esercito calcola una possibilità di incidente su 100'000 anni.

Nel deposito e negli impianti militari immediatamente vicini - nella zona di Mitholz c'era un accantonamento per la truppa e un deposito della farmacia dell'esercito che sono stati abbandonati - un grosso pericolo sarebbe costituito in caso di esplosione da frantumi che potrebbero essere scaraventati a centinaia di metri di distanza, ma anche da scoppi di gas o da palle di fuoco.

L'analisi dei rischi sarà trasmessa all'Ufficio federale dell'ambiente per una valutazione indipendente. I risultati di questa valutazione dovrebbero essere presentati nella primavera 2019.

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