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INDONESIA / SVIZZERAUno svizzero nell'inferno popolato dai predoni: «Meglio non spostarsi con il buio»

04.10.18 - 19:47
La testimonianza di uno degli specialisti del Corpo di aiuto umanitario che si trova a Palu, città distrutta dal terremoto e dal seguente Tsunami
Keystone
Uno svizzero nell'inferno popolato dai predoni: «Meglio non spostarsi con il buio»
La testimonianza di uno degli specialisti del Corpo di aiuto umanitario che si trova a Palu, città distrutta dal terremoto e dal seguente Tsunami

PALU - «Dal cielo abbiamo visto diverse zone della città completamente distrutte. È piuttosto spaventoso», afferma Beat Herger, uno dei sette specialisti svizzeri mandati in Indonesia dal DFAE. Poco più di una settimana dopo il devastante terremoto e il successivo tsunami che hanno colpito l'isola indonesiana di Sulawesi, facendo più di 1400 vittime, Herger è arrivato a Palu assieme ai colleghi del Corpo svizzero di aiuto umanitario.

«All'aeroporto c'è molta frenesia, è un via vai continuo di organizzazioni militari e umanitarie», testimonia Herger, esperto in logistica. I velivoli - carichi con beni di prima necessità provenienti dall'estero - arrivano tutti qui.

Palu, circa 350.000 abitanti, è stata colpita in modo particolarmente duro dallo tsunami: le onde che hanno colpito la città hanno raggiunto i sei metri di altezza. È giovedì pomeriggio (ora locale) e il team di esperti è in città da poche ore. «Le scene a cui assistiamo sono molto preoccupanti - continua Herger. Le aree danneggiate sono enormi e le persone sono terrorizzate, sconvolte, disperate»

«Mai spostarsi al buio» - La calamità naturale, inoltre, non è ancora terminata. Ci sono infatti ancora alcune scosse di assestamento secondarie. Anche per i soccorritori queste rappresentano un pericolo, e non è l'unico. Gli autocarri che trasportano beni di prima necessità sono stati in alcuni casi oggetto di razzie da parte di predoni. «Ne siamo coscienti», dice Herger. Nella città questo pericolo è meno grande rispetto alle zone più periferiche, «tuttavia non ci spostiamo mai nell'oscurità».

Nelle aree sismiche, i pericoli sono dietro l'angolo. Un'altra precauzione di sicurezza è quella di restare in edifici di un piano, «come fanno i locali in questo momento», spiega Herger. L'ingegnere della squadra in ogni caso valuta di volta in volta la pericolosità degli edifici. «In alternativa, abbiamo anche a disposizione delle tende».

Quanto alla paura, conclude lo specialista, «sarebbe una cattiva compagna in tali operazioni».

Catena della solidarietà - Venerdì la Catena della solidarietà terrà una giornata di raccolta fondi a favore delle vittime del terremoto/tsunami. I quattro centri di raccolta a Zurigo, Ginevra, Lugano e Coira registreranno le promesse di donazione dalle 07.00 alle 23.00 al numero 0800 87 07 07.

Le donazioni possono essere effettuate anche online all'indirizzo www.catena-della-solidarieta.ch o sul conto corrente postale 10-15000-6 (menzione "Tsunami Indonesia").

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