Cerca e trova immobili

SVIZZERATroppi rifugiati senza lavoro, e si pensa ai sussidi per chi li assume

19.09.18 - 06:08
È una delle proposte sul tavolo della Sem per aumentarne il tasso di occupazione, che è solo del 25%. Ma non tutti sono d'accordo.
Keystone
Troppi rifugiati senza lavoro, e si pensa ai sussidi per chi li assume
È una delle proposte sul tavolo della Sem per aumentarne il tasso di occupazione, che è solo del 25%. Ma non tutti sono d'accordo.

ZURIGO - Nel 2017 solo il 25% dei circa 100'000 rifugiati presenti in Svizzera aveva un lavoro. Lo dice un rapporto della Segreteria di Stato della migrazione (Sem). L’anno precedente l’85% dipendeva dall’assistenza sociale. Secondo Eduard Gnesa, incaricato della Confederazione per l’economia e i rifugiati, ci vogliono cinque anni perché il 32% di loro abbia un posto di lavoro. «È una percentuale troppo bassa».

Per favorire l’integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro, la Sem ha quindi allestito una serie di misure. Una di queste prevede che la Confederazione e Cantoni valutino l’introduzione, assieme alle parti sociali, di sussidi per spingere le aziende ad assumere un rifugiato. «In determinati settori l’impiego di un rifugiato è un rischio, non sapendo se sia qualificato a sufficienza» spiega Gnesa. E quindi inizialmente i datori di lavoro tengono a voler pagare salari più bassi del previsto.

Il sostegno finanziario è auspicato dai politici del centrosinistra. Secondo il consigliere nazionale Cedric Wermuth (Ps), per troppo tempo i rifugiati sono costretti a vivere nel precariato, passando da un praticantato all’altro, «senza alcuna prospettiva professionale». Markus Ritter (Ppd) ritiene che l’intervento della Confederazione sia «importante per permettere l’entrata nel mondo professionale».

Non ci stanno i politici borghesi: «Prima di prevedere programmi a favore dei rifugiati, la Confederazione si deve assicurare che non siano svantaggiati i propri cittadini» afferma Franz Grüter (Udc). E il consigliere nazionale Plr Hans-Ulrich Bigler sottolinea: «Le aziende richiedono competenze e prestazioni per elargire un salario». Ma questo salario non deve venire dallo Stato.

Il Ticino sotto la  media - Secondo i dati mensili finora disponibili per il 2018, in Ticino sono attivi professionalmente circa il 15% dei rifugiati con permesso B in età lavorativa. Tra le persone ammesse provvisoriamente – in possesso quindi di un permesso F – tale percentuale oscilla invece tra il 21 e il 25%. In agosto i rifugiati erano 228, di cui 152 in età lavorativa. Le persone ammesse provvisoriamente erano invece 1’458, di cui 978 tra i 18 e i 65 anni (dati Sem).

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE