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SVIZZERA«La pazienza dei muratori è finita»

12.09.18 - 10:59
Unia e Syna prevedono, a partire dal mese di ottobre, giornate di protesta sui cantieri. Gli impresari-costruttori: «Utilizzate le vostre forze al tavolo dei negoziati, non sulle strade»
Keystone
«La pazienza dei muratori è finita»
Unia e Syna prevedono, a partire dal mese di ottobre, giornate di protesta sui cantieri. Gli impresari-costruttori: «Utilizzate le vostre forze al tavolo dei negoziati, non sulle strade»

BERNA - «Gli impresari costruttori restano inflessibili con le proprie eccessive richieste». È questa la valutazione dei sindacati Unia e Syna in occasione del 15esima tornata di trattative del Contratto nazionale mantello nel settore dell’edilizia principale (CNM) tenutasi ieri. «Questa attitudine minaccia la pace sociale, nella misura in cui la pazienza dei muratori è finita». Unia e Syna prevedono, a partire dal mese di ottobre, giornate di protesta sui cantieri.

In vista del 15esimo round di trattativa di ieri, i presidenti del settore della costruzione di Unia con gli omologhi responsabili del sindacato Syna e con le organizzazioni partner OCST e SCIV si sono riuniti sabato scorso a Berna in una giornata straordinaria di coordinamento comune.  

In vista della tornata di negoziazione di ieri, gli impresari costruttori avevano deciso di rendere pubblica la propria offerta di aumentare il salario di 150 franchi «se i lavoratori saranno disposti a lavorare 300 ore straordinarie gratuitamente lavorando con punte di 12 ore giornaliere per la propria impresa». I sindacati rivendicano invece una limitazione della durata delle giornate di lavoro allo scopo di difendere la salute dei lavoratori. Anche durante la trattativa di ieri, sono state presentate diverse soluzioni di compromesso che non sono state considerate.

Da mesi Unia e Syna chiedono alla Società Svizzera impresari costruttori di ricercare e condividere soluzioni per il contratto nazionale e per risanare il fondo di prepensionamento a 60 anni. Ma, secondo i sindacati, «gli impresari costruttori pretendono di imporre un proprio pacchetto di soluzioni – rifiutandosi sistematicamente di entrare nel merito di una trattativa – minacciando la salute dei propri lavoratori». Un modo di agire che «preclude la possibilità di ricercare soluzioni e non fa che aumentare la rabbia dei lavoratori».

I sindacati hanno pertanto deciso di organizzare delle giornate di protesta su piano nazionale verso la metà del mese di ottobre.

La risposta - Non si è fatta attendere la risposta degli impresari costruttori. «I sindacati continuano a bloccare possibili soluzioni ed a insistere su posizioni di carattere ideologico» si legge nella loro presa di posizione, in cui accusano i sindacati di «non essere disposti a fare un grosso passo in direzione degli impresari-costruttori per ciò che riguarda la regolamentazione dell'orario di lavoro» e di «polemizzare divulgando asserzioni false sulle ore supplementari e minacciano di organizzare azioni sulle strade in ottobre».

Gli impresari-costruttori prendono atto con perplessità di tali annunci e invitano i sindacati a restare al tavolo dei negoziati. Ed esigono che sia flessibilizzata la pianificazione dell’orario di lavoro all’anno: «Rispetto a oggi, il personale sui cantieri non dovrà lavorare di più durante l’anno. E questo, i sindacati lo sanno benissimo. Nonostante ciò, divulgano pubblicamente false asserzioni relative a 300 ore gratuite che sarebbero richieste. Questo messaggio è del tutto sbagliato e tale atteggiamento è irresponsabile».

Per gli impresari-costruttori le azioni di protesta provengono da chi «non vuole affatto trovare una soluzione». La Società Svizzera degli Impresari-Costruttori invita i sindacati a «utilizzare le proprie forze per il lavoro al tavolo dei negoziati, invece di mobilizzarle per azioni sulle strade e sui cantieri».

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