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SVIZZERAAutodeterminazione, Foraus teme le conseguenze

05.09.18 - 15:47
Secondo il "think tank" l'iniziativa ignora completamente la rilevanza del diritto internazionale per la Svizzera e crea incertezza giuridica
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Autodeterminazione, Foraus teme le conseguenze
Secondo il "think tank" l'iniziativa ignora completamente la rilevanza del diritto internazionale per la Svizzera e crea incertezza giuridica

BERNA - Il Forum di politica estera foraus è preoccupato per le possibili conseguenze che l'iniziativa dell'UDC «Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l'autodeterminazione)» avrebbe per la politica interna ed estera della Svizzera. Basandosi su un suo studio, afferma che il testo è molto più di un colpo simbolico alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU).

Per gli autori dell'analisi, presentata oggi a Berna da foraus ("think tank" che si definisce «la piattaforma nazionale di riferimento per gli appassionati di politica estera che vogliono influenzare le scelte di domani»), l'iniziativa ignora completamente la rilevanza del diritto internazionale per la Svizzera e crea incertezza giuridica. A breve termine, potrebbe portare alla fine dell'applicazione della CEDU e dunque al ritiro della Confederazione dal Consiglio d'Europa. La pubblicazione dello studio è stata sostenuta da rappresentanti PLR, PPD, PS, PBD, Verdi e Verdi liberali.

Diplomazia con le mani legate - I promotori dell'iniziativa accettano esplicitamente la fine della CEDU, afferma la ricerca. Inoltre, se il testo sarà adottato, l'accordo con l'Unione europea sulla libera circolazione delle persone potrebbe saltare e portare alla rottura delle relazioni bilaterali con l'Ue.

Infine, l'iniziativa mette a rischio l'adesione della Svizzera all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC/WTO), l'esistenza di accordi di libero scambio e quindi l'insieme del commercio estero dell'economia svizzera. Secondo foraus, questi sono solo gli esempi più eclatanti delle conseguenze di quest'iniziativa.

Anche la politica estera della Confederazione ne risentirebbe pesantemente: la diplomazia avrebbe le mani legate e la Svizzera si troverebbe di fronte una fattura salata, perché la rottura degli accordi generata dall'iniziativa porterà a dispendiose contromisure da parte degli Stati interessati.

Sovranità indebolita - L'iniziativa - secondo foraus - rimette in discussione la reputazione della Svizzera come parte contraente affidabile, cosa che potrebbe portare alla perdita di contatti internazionali e dei vantaggi ad essi associati. Il testo indebolirebbe anche la sovranità della Confederazione poiché limita la capacità del Paese di preservare i propri interessi all'estero come pure la sua cooperazione internazionale con Stati simili e indipendenti.

Sul piano della politica interna, i tre poteri dello Stato sarebbero ridotti: l'iniziativa impedisce al Consiglio federale di trovare compromessi diplomatici tra il diritto nazionale e quello internazionale; impedisce al Parlamento di approvare leggi che tengano conto di tutti i fattori e che sarebbero nell'interesse comune del Paese; vieta al Tribunale federale di giudicare in modo differenziato.

Numerose opposizioni - Il testo dell'UDC sarà sottoposto al voto il 25 novembre. L'iniziativa chiede che la Costituzione federale prevalga sul diritto internazionale, fatte salve le disposizioni cogenti come il divieto della tortura.

In caso di contraddizione le autorità dovranno adeguare gli obblighi imposti dalle normative internazionali alla Costituzione, se necessario denunciando anche trattati internazionali. Le iniziative popolari sarebbero applicate anche se violano il diritto internazionale.

Al Consiglio nazionale tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione dell'UDC, hanno respinto l'iniziativa. Il Consiglio degli Stati l'ha rigettata con 36 voti contro 6.

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