Le casse della Confederazione traboccano e i funzionari chiedono più diritti. Per i partiti borghesi si va decisamente oltre
BERNA - Forte delle eccedenze miliardarie previste anche per il 2018 e il 2019, il personale della Confederazione inizia a batter cassa: «Le finanze statali vanno a gonfie vele», scrive la Comunità di negoziazione del personale della Confederazione (Cnpc) in un comunicato. Per questo chiede una modifica delle condizioni di lavoro in senso più «progressista»: «È il momento ideale per investire in una migliore conciliabilità di lavoro e impegni familiari», sottolinea.
Le richieste dell’organizzazione sono numerose: congedi pagati di 2-4 mesi per assistere un familiare malato; due mesi extra di congedo maternità e paternità per i genitori più giovani; gestione flessibile del tempo di lavoro su base annua, anche con la possibilità di maturare fino a 50 ore non lavorate; possibilità per tutti di ridurre la propria percentuale di lavoro fino al 60% e di tornare a un tempo pieno; sostituzioni a tempo determinato per maternità e assenze prolungate; possibilità di lavorare da casa e contabilizzazione del lavoro svolto nel tragitto casa-lavoro.
«Queste misure non sono affatto eccessive, già oggi esistono nelle aziende e nelle istituzioni più progressiste», sostiene la Cnpc.
Matter (UDC): «Vogliono lavorare o fare vacanza?» - Per i politici borghesi, tuttavia, queste proposte vanno oltre. Eccome. «Mi chiedo se il Cnpc vuole che i suoi associati continuino a lavorare per la Confederazione o se sta invece proponendo che facciano solo vacanza», commenta il consigliere nazionale democentrista Thomas Matter. Tali richieste renderebbero l’economia svizzera meno competitiva, sostiene: «Anche gli impiegati della Confederazione devono orientarsi all’economia».
Secondo Matter, del resto, la situazione di chi è a libro paga di Berna sarebbe già buona: «In media un funzionario federale guadagna 125mila franchi l’anno: più di un impiegato di banca medio», afferma. Inoltre, i dipendenti della Confederazione hanno spesso più di cinque settimane di vacanza e dispongono di una delle casse pensioni con il miglior trattamento, aggiunge. «Tra il 1999 e il 2015 i costi per il personale sono esplosi: non è possibile che il contribuente paghi per i lussi degli impiegati federali», conclude. Pena: una società a due classi.
Walti (PLR): «Sarebbe come Natale e Pasqua insieme» - Anche per il consigliere nazionale Beat Walti (PLR) le richieste del Cnpc sono eccessive: «Sarebbe come Natale e Pasqua insieme», commenta. «Il Cnpc fa riferimento a un mercato del lavoro progressista, ma gli impiegati federali godono già di una situazione di partenza più vantaggiosa», sottolinea. Secondo Walti, inoltre, non c’è motivo di erodere il capitale in più che la Confederazione si trova ad avere: «Le eccedenze non sono un fenomeno ricorrente, ma il risultato di una situazione degli indici transitoria», afferma. Al contrario, alla Confederazione le cose non vanno poi così bene a livello strutturale, conclude.
Pardini (PS) - «Proposte da realizzare se la Confederazione vuole rimanere attrattiva» - Carlo Pardini, consigliere nazionale PS e direttore del Settore industria di Unia, esprime invece sostegno per le richieste dei funzionari: «La Confederazione farebbe bene a realizzare tutte le proposte», commenta. Ciò sarebbe nel suo interesse: «Se la Confederazione vuole rimanere attrattiva e reclutare le persone migliori sarà presto o tardi obbligata a promuovere la conciliabilità tra lavoro e famiglia», aggiunge.
Nemmeno il saldo negativo di 50 ore all’anno è una richiesta insormontabile secondo Pardini: «È chiaro che la flessibilità non deve arrivare al punto che gli impiegati possano accumulare 100 ore», precisa però.