Il portavoce dell'Ustra spiega quali “insegnamenti” può fornire la tragedia di Genova. «Esamineremo la relazione finale e prenderemo gli eventuali provvedimenti»
BERNA - «Lavoriamo costantemente per controllare i ponti svizzeri». A due giorni dal crollo del viadotto Morandi di Genova, l’Ufficio federale delle strade (Ustra) rassicura i cittadini svizzeri in merito alle condizioni dei ponti presenti sul nostro territorio. «Tuttavia, esamineremo da vicino la relazione sull’incidente italiano - spiega il portavoce Thomas Rohrbach a 20 Minuten - e prenderemo gli eventuali provvedimenti».
Al momento, infatti, non è ancora stato possibile dare una risposta al “perché” del crollo del Morandi, né è dato sapere quali siano tutti i materiali di cui era composta la struttura.
I ponti svizzeri, tuttavia, sono sicuri. «Vengono costantemente monitorati e controllati - assicura Rohrbach -. Si studia il manto stradale, come pure i processi chimici degli elementi esterni a contatto con la struttura». In particolare, il sale sparso d’inverno sulle strade che potrebbe portare alla corrosione degli elementi metallici. E gli eventi climatici "straordinari".
«Ci sono elementi di rischio - prosegue il portavoce di Ustra - che sono visibili all’occhio umano, come crepe o cedimenti». I viadotti vengono pertanto monitorati con l’utilizzo di appositi sensori. E le variazioni di traffico e delle condizioni meteo vengono simulate per testare la reazione delle strutture. «Ogni cinque anni ogni singolo ponte viene esaminato in dettaglio».
Determinante per la sicurezza non è l’età. «Non ci sono ponti vecchi o moderni» aveva spiegato negli scorsi giorni il direttore dell’Ustra Jürg Röthlisberger. «Con una buona manutenzione il ponte può essere utilizzato per 75-90 anni, nonostante i segni di usura. Il nostro compito è fare in modo che non crolli da un momento all’altro. Ovviamente, il rischio zero non esiste, soprattutto di fronte a grossi incendi o disastri naturali».
Il traffico in aumento rappresenta un problema per i nostri ponti? Per Rohrbach si tratta di «un rischio calcolabile». Tramite la tecnologia è infatti possibile effettuare delle simulazioni e «intervenire se necessario». Per il portavoce dell'Ustra - come aveva già confermato al Blick - un cedimento strutturale come quello di Genova «da noi, con una verosimiglianza prossima alla certezza, è impossibile».