Il 41% dei giovani ha ricevuto schiaffi o strattoni. Il 22% pugni, calci o botte. Fra gli stranieri la quota triplica. Uno schiaffo può danneggiare?
ZURIGO - Due giovani su tre hanno subito violenze da parte dei loro genitori: il 41% afferma di avere ricevuto schiaffi, di essere stato spintonato o afferrato con forza, mentre il 22% ha sofferto per episodi più gravi, caratterizzati da pugni, calci o botte.
I dati si basano su uno studio della Scuola universitaria professionale di Zurigo (ZHAW) al quale hanno partecipato 8300 alunni di 17 e 18 anni di dieci cantoni e di cui riferisce oggi il SonntagsBlick.
I fattori che influiscono - Il fatto che i figli subiscano o no violenze dipende anche dalla loro situazione finanziaria: i ragazzi di famiglie che vivono in condizioni di disoccupazione o in assistenza presentano una frequenza doppia di gravi episodi rispetto ai giovani inseriti in contesti benestanti.
Il secondo fattore decisivo è il retroterra migratorio: è stato seriamente picchiato uno svizzero su dieci, mentre fra gli stranieri la quota triplica. Statisticamente rilevante è la situazione di coloro che provengono dallo Sri Lanka: un giovane su due dice di essere stato pestato dal padre o dalla madre. Un forte grado di violenza interessa anche le famiglie africane, brasiliane e arabe, mentre all'altro lato della scala hanno la mano meno pesante gli austriaci, seguiti da tedeschi e svizzeri.
Interessante è inoltre notare come nelle zone urbane gli episodi in questione siano più frequenti. Diminuiscono invece con l'aumentare della formazione dei genitori, ma il fenomeno è comunque presente in tutte le classi sociali.
Cultura educativa? - Secondo i ricercatori la violenza è quindi parte della cultura educativa in Svizzera, con conseguenze negative per chi la subisce. Secondo il responsabile dello studio Dirk Baier - citato dal SonntagsBlick - anche un solo schiaffo ha un impatto sullo sviluppo del bambino. Diventa più frequente il rischio che l'interessato sia confrontato con furti nei negozi, danneggiamenti, che non presenzi alle lezioni scolastiche, che assuma droghe e che sia meno soddisfatto della vita. Ancora più drammatica è la situazione per chi subisce gravi forme di violenza.
In un'intervista pubblicata dal domenicale il noto psicologo dell'infanzia Allan Gugenbühl però relativizza. A suo avviso bisogna distinguere fra episodi innocui e violenze sistematiche. Per lo specialista, l'espressione "uno schiaffo non ha mai fatto male a nessuno" è comunque assolutamente problematica: «Naturalmente non ogni schiaffo ha come conseguenza un trauma; chiaramente occorre correggere i bambini; ma ricorrere agli schiaffi è avvilente per i ragazzi e può danneggiarli», afferma l'esperto.