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ZURIGOMister Dati chiede più attenzioni a tutela sfera privata

04.07.18 - 15:46
Scuole e amministrazione risultano essere a volte sprovveduti nel trattare i dati personali e cercando di essere all'avanguardia nella digitalizzazione, sottovalutano i rischi
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Mister Dati chiede più attenzioni a tutela sfera privata
Scuole e amministrazione risultano essere a volte sprovveduti nel trattare i dati personali e cercando di essere all'avanguardia nella digitalizzazione, sottovalutano i rischi

ZURIGO - Le scuole e l'amministrazione nel canton Zurigo sono a volte un po' sprovveduti nel trattare i dati personali, e nell'euforia di voler essere all'avanguardia nella digitalizzazione sottovalutano i rischi. Lo ha dichiarato oggi il preposto cantonale alla protezione dei dati durante la presentazione del suo rapporto annuale di attività.

Bruno Baeriswyl ha sottolineato che la tutela non concerne tanto i dati stessi ma soprattutto i diritti della persona, la sfera privata e l'autodeterminazione sui propri dati. La salvaguardia dei diritti fondamentali deve essere parte integrante della strategia di digitalizzazione.

Spesso però ciò non accade. Ad esempio, dall'esame di una ventina di siti di enti pubblici è risultato che nella metà dei casi le password sono state memorizzate in modo leggibile. L'accesso alla banca dati e un uso abusivo di tutto il sistema risultano quindi possibili, ha spiegato mister dati.

Egli ha poi auspicato che la sua messa in guardia sia ascoltata e che gli venga dato più personale per la sua attività di controllo presso l'amministrazione cantonale, come pure presso i comuni e gli ospedali. Dispone di 9,2 posti di lavoro a tempo pieno, ma ce ne vorrebbero subito altri tre e sei a più lungo termine, ha detto all'agenzia Keystone-ATS.

La richiesta di informazioni nell'ambito della digitalizzazione è aumentata ulteriormente lo scorso anno, in particolare riguardo al "cloud computing", ha aggiunto. Con il suo uso gli enti pubblici sperano di risparmiare investimenti in programmi e dotazione tecnica. Ma le offerte disponibili in rete implicano una perdita di controllo e una mancanza di trasparenza. "Nulla è gratuito. Chi non paga per un servizio lascia i propri dati in balia", ha avvertito.

Ad esempio, scuole e altri organi cantonali non possono assicurare il rispetto della legge sulla tutela dei dati quando utilizzano Whatsapp e Dropbox.

Particolarmente delicata è poi la tutela delle informazioni sulla salute, che sono piuttosto difficili da rendere anonime e che possono portare a discriminazioni. Anche se i dati personali sono stati tecnicamente tolti alcuni pazienti si possono comunque riconoscere perché sono affetti da malattie particolarmente rare.

Baeryswyl ha ricordato che la digitalizzazione dell'amministrazione è una grande sfida per la tutela dei dati. Egli ritiene la nuove direttive di base dell'Unione Europea "un passo importante per rafforzare i diritti dei cittadini". La Svizzera - ha aggiunto - ha l'opportunità di adottare una propria via, che rafforzi l'efficacia delle leggi di protezione dei dati e si adattati alle nuove sfide digitali.

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