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BERNACantoni contenti per la revisione della perequazione finanziaria

28.06.18 - 17:52
Ben 22 cantoni su 26 hanno sostenuto la proposta
Cantoni contenti per la revisione della perequazione finanziaria
Ben 22 cantoni su 26 hanno sostenuto la proposta

BERNA - Molti cantoni sono relativamente soddisfatti del progetto di revisione della perequazione finanziaria posto in consultazione fino a sabato prossimo: riuniti in assemblea oggi e Berna, ben 22 cantoni su 26 hanno sostenuto la proposta.

Berna e Friburgo si sono astenuti, mentre Giura e Vallese l'hanno bocciata, indica la Conferenza dei governi cantonali (CdC) al termine della riunione plenaria.

I governi cantonali sono contenti che il Consiglio federale abbia prestato orecchio all'insieme delle loro indicazioni. I cantoni a forte potenziale di risorse verseranno meno soldi a quelli "poveri". Questi ultimi potranno contare su una dotazione minima dell'86,5% della media svizzera del potenziale di risorse per abitante.

La CdC parla di compromesso: è un tasso superiore all'obbiettivo attuale dell'85% ma inferiore alla dotazione effettiva dell'88,3% ottenuta quest'anno dal Giura, il più "debole" dei cantoni.

Il sistema attuale non reagisce più in maniera adeguata all'evoluzione delle disparità fra i cantoni. Se lo status quo fosse mantenuto i versamenti per la perequazione delle risorse non farebbero che aumentare. E ciò accentuerebbe le tensioni fra cantoni e con la Confederazione, sottolinea la CdC.

Altro cambiamento apprezzato dalla CdC: le somme versate ai cantoni "poveri" da quelli "ricchi" e dalla Confederazione saranno calcolate ogni anno e non più ogni quattro. E l'ammontare compensatorio seguirà l'evoluzione effettiva delle disparità cantonali.

In conseguenza al calo della dotazione minima garantita la perequazione delle risorse sarà ridotta di circa mezzo miliardo di franchi all'anno. L'esecutivo non ha ancora stabilito la destinazione di questi fondi federali così liberati.

La CdC ritiene imperativo che essi rimangano nel sistema di perequazione: una metà per compensare costantemente i costi sociodemografici e l'altra per aiutare in modo transitorio i cantoni "deboli". Così - ammette la CdC - non si sgravano le finanze della Confederazione, ma la coesione nazionale e la solidarietà confederale vale bene questo costo.
 
 

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