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VAUDUn nuovo fronte contro l'export di armi

25.06.18 - 15:06
Il gruppo intende chiedere al Consiglio federale di riconsiderare la decisione presa una decina di giorni fa
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Un nuovo fronte contro l'export di armi
Il gruppo intende chiedere al Consiglio federale di riconsiderare la decisione presa una decina di giorni fa

LOSANNA - Un fronte romando si è costituito a Losanna per combattere l'allentamento delle condizioni relative alle esportazioni di materiale bellico verso paesi in preda a conflitti interni. Diversi testi sono in preparazione per chiedere al Consiglio federale di riconsiderare la questione.

«La Svizzera supererà una nuova linea rossa insanguinata», ha affermato oggi nel corso di una conferenza stampa Muriel Waeger, co-segretaria romanda del Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE). Per illustrare il punto di vista degli avversari, un gruppo di militanti ha rappresentato i consiglieri federali mentre portano casse di munizioni.

Il GSsE coordina il movimento di protesta che si sta formando nella Svizzera romanda. I partiti socialista e Verde prevedono di intervenire presso i parlamenti cantonali, com'è già stato il caso a Ginevra e in linea di massima domani nel canton Vaud. Le loro risoluzioni potrebbero ottenere l'appoggio dell'estrema sinistra, nonché i voti di singoli rappresentanti del PPD e del PLR.

«Il Consiglio federale non vede le vite umane in gioco dietro la sua decisione», secondo il co-segretario del GSsE Julien Repond. La Svizzera già esporta materiale bellico nelle zone in guerra, quali la Turchia, in "conflitto aperto" con la Siria, e l'Arabia saudita impegnata nella guerra civile in Yemen.

«Come continuare a rimanere neutrali in simili condizioni? Il ruolo della Svizzera quale mediatore è compromesso», si interroga la deputata vodese (Verdi) Léonore Porchet. Per il segretario generale dei Verdi liberali vodesi, Michael Dupertuis, «vendere materiale bellico ai paesi in guerra è irresponsabile».

L'entrata in funzione di Ignazio Cassis ha ribaltato la maggioranza in seno al Consiglio federale, ha proseguito, ricordando che il suo predecessore Didier Burkhalter era contrario ad una modifica dell'ordinanza sul materiale bellico (OMB).

Una decina di giorni fa, il Consiglio federale ha deciso di rendere più flessibile l'esportazione di materiale bellico. Dovrebbe in futuro essere possibile esportare armi e altro materiale di questo tipo verso paesi implicati in un conflitto armato interno. Tale allentamento non è sottoposto a referendum e non richiede l'approvazione delle Camere federali.

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COMMENTI
 

Equalizer 5 anni fa su tio
Ma perché a 'sti qua del GSse non danno una scatola di Lego a testa o un Kit di oggettistica sessuale così per un po' non spaccano più i marroni alla gente?

Monello 5 anni fa su tio
Non le esportiamo noi ....le esportano gli altri ....e via ancora tagli ai posti di lavoro ! ....sempre grazie ai nostri buonisti che alla sera quando arrivano a casa chiudono le porte e tripla mandata !

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a Monello
Cosa!? Soldi? Ma quelli non li ha la confederazione? È? Vuoi dirmi veramente che sono i cittadini a dare i soldi alla nazione!? Ma sei serio? Coooosa? I cittadini per avere soldi devono lavorare!? Cooosa? Vuoi dirmi che bloccare dei mercati non solo è una mazza sui piedi alla nazione stessa perché riduci la varietà del mercato nazionale ma togli anche posti di lavoro!?¶ Ma che stai dicendo, lo sanno tutti che in Svizzera i soldi non si fanno lavorando ma si raccolgono dai meli.¶ Ironico ovviamente, concordo pienamente.
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