Cerca e trova immobili

GINEVRA«L'unica famiglia è quella umana»

21.06.18 - 20:44
Il Papa durante la sua visita a Ginevra ha ripetutamente invocato l'unità cristiana denunciando l'indifferenza nei confronti delle persone disagiate ed escluse
Keystone
«L'unica famiglia è quella umana»
Il Papa durante la sua visita a Ginevra ha ripetutamente invocato l'unità cristiana denunciando l'indifferenza nei confronti delle persone disagiate ed escluse

GINEVRA - Per la prima volta nella storia un pontefice oggi ha lasciato il Vaticano con il solo scopo di incontrare il Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC). A Ginevra, la "Roma protestante", papa Francesco ha ripetutamente invocato l'unità dei cristiani. Sin dai primi momenti con gli esponenti del CEC fino al termine della giornata, con una messa a cui hanno assistito oltre 30'000 fedeli, Bergoglio ha anche denunciato l'indifferenza nei confronti delle persone disagiate ed escluse. Al presidente della Confederazione Alain Berset ha chiesto un impegno della Svizzera a favore della pace nel mondo.

La visita a Ginevra, con un'appendice nel Canton Vaud all'Istituto ecumenico di Bossey, è durata una decina di ore. È stata segnata essenzialmente da incontri e celebrazioni con il CEC, che quest'anno celebra il 70esimo anniversario dalla sua fondazione. Il Consiglio conta circa 350 chiese protestanti, luterane, anglicane, ortodosse, vetero-cattoliche e rappresenta circa 500 milioni di cristiani nel mondo. La Chiesa cattolica non ne fa parte, ma le due istituzioni collaborano intensamente.

Il papa ha espresso la sua volontà di dialogo con le altre confessioni, un messaggio già trasmesso ai protestanti, in particolare nel 2016 in Svezia. Ha affermato che l'unità è raggiungibile: ci vogliono «umiltà» e «modestia» e si tratta di «avanzare, pregare e lavorare assieme». L'alternativa della divisione porta a guerre e distruzioni, ha ammonito Bergoglio.

Francesco ha ricordato l'impegno della Chiesa cattolica «per la causa ecumenica e per l'incoraggiamento della cooperazione con le Chiese del CEC e con i partner ecumenici».

Il segretario generale del CEC, il pastore Olav Frykse Tveit, ha manifestato grande soddisfazione per la visita del papa, rivelatrice del fatto che è possibile superare divisioni e distanza, «ma anche i profondi conflitti provocati da tradizioni e convinzioni di fede diverse». Tveit ha ringraziato il papa anche per aver dimostrato «il suo attaccamento a questo santo ministero dell'unità, abbandonando le zone di comfort della Chiesa».

«Oggi è un giorno storico, non ci fermeremo», ha promesso Agnes Abuom, presidente del comitato centrale del CEC. «Da soli si va più in fretta, assieme si va più lontani», ha dichiarato facendo riferimento a un proverbio africano.

Il santo padre ha pure criticato per tutta la giornata l'indifferenza nei confronti del prossimo, in particolare di chi è confrontato con difficoltà. Sono in molti a lasciarsi guidare da sfrenati consumi, ha deplorato.

«La credibilità del Vangelo è messa alla prova dal modo in cui i cristiani rispondono al grido di quanti, in ogni angolo della Terra, sono ingiustamente vittime del tragico aumento di un'esclusione che, generando povertà, fomenta i conflitti. I deboli sono sempre più emarginati, senza pane, lavoro e futuro, mentre i ricchi sono sempre di meno e sempre più ricchi. Sentiamoci interpellati dal pianto di coloro che soffrono, e proviamo compassione», ha dichiarato il papa in una celebrazione ecumenica.

Nella messa celebrata a fine pomeriggio a Palexpo, il grande centro espositivo di Ginevra, papa Francesco ha nuovamente invitato i fedeli presenti (30'000 secondo la polizia cantonale, 37'000 secondo la diocesi organizzatrice di Losanna, Ginevra e Friburgo; in ogni caso meno delle 41'000 persone attese) a dare prova di solidarietà con le persone più vulnerabili.

«Tutti devono prendersi cura dei fratelli dell'unica famiglia umana», ha dichiarato durante l'omelia il santo padre in presenza di 530 preti, di cui alcune decine al suo fianco, e di cattolici venuti soprattutto dalla Romandia, dalla Francia e dall'Italia.

Il pontefice ha anche invitato alla sobrietà, recuperando la semplicità della vita, oggi come «drogata»: «Si corre dal mattino alla sera, tra mille chiamate e messaggi, incapaci di fermarsi davanti ai volti, immersi in una complessità che rende fragili e in una velocità che fomenta l'ansia. S'impone una scelta di vita sobria, libera dalle zavorre superflue».

Stamani, poco dopo l'atterraggio del vescovo di Roma a Cointrin, in agenda vi era un incontro con il presidente della Confederazione Alain Berset. Le discussioni, durate circa mezz'ora, hanno riguardato soprattutto la promozione della pace e la gestione dei profughi.

Papa Bergoglio ha auspicato un impegno della Svizzera per «disinnescare i conflitti» nel Medio Oriente e nel mondo intero approfittando delle sue competenze di dialogo, ha riferito Berset in una conferenza stampa dopo il bilaterale.

Berset e Bergoglio hanno sottolineato la «necessità di adottare una politica solidale paneuropea in materia di rifugiati». Interrogato dai giornalisti su un eventuale annuncio di ricollocamento dei profughi della nave Aquarius, a cui l'Italia ha recentissimamente vietato l'attracco, il capo del Dipartimento federale dell'interno ha indicato che la Svizzera ha una responsabilità nei confronti dei rifugiati, ma non può «essere sola» di fronte al problema.

Al termine del colloquio si è svolto un incontro al quale hanno partecipato anche il consigliere federale Ignazio Cassis e il presidente del Consiglio nazionale Dominique de Buman (PPD/FR). Alla cerimonia di commiato questa sera c'erano Berset e la consigliera federale Doris Leuthard.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE