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L’uomo avrebbe anche violentato, abusato, maltrattato e sequestrato anche tre donne. Ma nega ogni addebito
GINEVRA - I fatti di cui è accusato un tassista di Ginevra sono scioccanti: stupro e strangolamento di una 12enne, sua conoscente.
L’imputato, un tassista di origine etiope, è anche perseguito per aver stuprato, abusato, maltrattato e sequestrato tre donne con cui aveva vissuto, una dopo l’altra, tra il 2004 e il 2012. Le vittime erano tutte rifugiate con statuto precario, originarie dell’Etiopia o dell’Eritrea.
Ma l’uomo nega tutti i fatti, compreso l’omicidio della bambina, avvenuto nell'agosto 2012. «Chiederemo l’assoluzione da tutti i capi di accusa» hanno dichiarato i suoi avvocati.
L’atto d’accusa però non lascia molto scampo all’imputato. Denuncia un crimine pieno d’odio. L’uomo al momento della tragedia frequentava la madre di Semhar, la ragazzina, da diversi mesi. Avrebbe approfittato del fatto di trovarsi solo a casa con la piccola per aggredirla e stuprarla, mettendole le mani al collo.
Avrebbe poi continuato a strangolarla per diversi minuti con lo scopo di ucciderla e impedirle così di denunciarlo.
Sempre secondo l’accusa, l’uomo avrebbe nascosto il corpo della piccola sotto al letto della camera padronale, per guadagnare tempo e costruirsi un alibi. Avrebbe poi telefonato alla mamma della piccola per invitarla al ristorante.
Partecipò alle ricerche - L’imputato ha poi partecipato alle ricerche di Semhar, e ha anche depistato le indagini, spostando l’attenzione sul padre della mamma della bambina, dal quale la vittima era andata il pomeriggio della sua scomparsa.
«Da sei anni, quest’uomo è considerato come presunto colpevole, e ora è arrivato il momento di restituirgli la sua innocenza» ha dichiarato il suo avvocato. Per il Ministero Pubblico l’uomo deve invece essere condannato per assassinio. Il processo, che si apre oggi, durerà circa 10 giorni.
